George Michael è stato dal 1986 al 1999 una delle più credibili popstar che io ricordi. Dotato di innato fiuto per il ritornello che ti si appiccica in testa e non ne esce più, voce decisamente sopra la media e grande personalità , ha letteralmente imperato nelle classifiche di mezzo mondo proponendo una sorta di funk candeggiato da plotoni di synth ed altre diavolerie elettroniche figlie legittime di quel controverso periodo della storia musicale chiamato “Anni Ottanta”. Con l’arrivo del nuovo millennio la visibilità ed il successo di George Michael sono sensibilmente diminuiti, ma c’è stata un’epoca in cui accendevi la radio e la probabilità di imbatterti in una canzone appartenente al suo repertorio era altissima ““ e, se devo dirla tutta, quell’epoca poi tanto male non era.
Da che mondo è mondo, in Inghilterra hanno una mania piuttosto bizzarra: cercare di spacciare per nuovi e sensazionali dei fenomeni musicali che tanto nuovi e sensazionali non sono. Gli inglesi trovano il gruppo (o il musicista) che potenzialmente può funzionare, lo sbattono in prima pagina sulle riviste specializzate, strillano fino alla stagione successiva, lo sostituiscono con un altro nuovo e sensazionale fenomeno musicale non appena cambia il vento, lo dimenticano come se nulla fosse, se ne fregano del suo infausto destino. Il pubblico se la beve sempre, le riviste specializzate vendono un sacco di copie, i musicisti sono contenti così. Gli inglesi non resistono, è più forte di loro.
Non so se gli inglesi abbiano già dimenticato o meno George Michael (ad occhio e croce direi che George Michael non rientra nella categoria fenomeni mordi e fuggi’ perchè ha avuto una carriera troppo lunga e brillante per essere scordato tanto facilmente), ma quello che so per certo è che le riviste specializzate attualmente stanno pompando di brutto i Friendly Fires, un gruppo uscito di recente con un disco che si intitola “Pala” e racchiude al suo interno brani già scritti da George Michael nel suo periodo aureo che va dal 1986 al 1999. Attenzione però: i Friendly Fires erano solamente fanciulli durante il periodo in cui George Michael imperava, e dunque non si tratta di plagio musicale ma di tipico caso di ascolto prolungato (più o meno volontario) durante l’infanzia che ha poi condizionato a livello inconscio le scelte musicali effettuate durante l’età adulta. Quasi una sorta di white-funk filtrato attraverso sensibilità rave degli ultimi Klaxons, “Pala” è un bel prodotto fatto di canzoni di valore che ti fanno (a seconda dei casi e delle situazioni) canticchiare e/o ballare senza vergogna e si ascoltano dall’inizio alla fine senza mai costringerti a schiacciare il tasto skip del lettore. Il suo unico difetto consiste nella mancanza di qualcosa di veramente eroico come la toccante “Paris” contenuta nel disco di debutto, ma non si può pretendere tutto dalla vita. Il buon vecchio George Michael ha comunque da essere parecchio orgoglioso del lavoro svolto.
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2. Running Away
3. Hawaiian Air
4. Hurting
5. Pala
6. Show Me Lights
7. True Love
8. Pull Me Back To Earth
10. Chimes
11. Helpless