Liam Finn
Fomo

C’è un vantaggio quando in sede di giudizio ci si occupa di cantautori: si può mettere da parte tutto ciò che riguarda le derivazioni stilistiche e le ispirazioni, preferendo far parlare le canzoni e ciò che l’artista vuole comunicare. Con le band è diverso perchè l’approccio corale poco originale rende il tutto più freddo e didascalico. A dirla tutta, le canzoni di Liam Finn non è che ci raccontino pagine di filosofia musicale o momenti di letteratura pop particolarmente memorabili. “Fomo” è più che altro un fumetto a colori sostenuto da una trama banale e disegnato con tratto talvolta incerto e altre volte più deciso, elegante

Nell’era della bulimia musicale è davvero impresa ardua riuscire ad emergere con un disco di canzoni pop che prendono in prestito un po’ il Lennon solista, si aprono talvolta alla freschezza estiva di melodie semplici, affannando in aneliti à  la Elliott Smith per un amalgama solo in piccola parte convincente. Seppur la materia trattata dovrebbe essere di semplice ed immediata fruizione, dopo cinque/sei ascolti attenti ciò che rimane è una sensazione forte di incompiutezza. Un compitino svolto con sufficienza e niente più. Per chi ha accumulato centinaia di ascolti di questo genere è davvero difficile, se non impossibile, trovarci anche un piccolo stralcio di vere emozioni.