Il beach-pop nella sua declinazione più matura. Sonny Smith e la sua band formata da elementi di altre formazioni della West Coast più votate alla grazia del rock retrò dei Beach Boys, degli storytellers del surf rock come gli The Fresh & Onlys, gli Thee oh Sees e gli The Sandwitches, hanno lanciato questo “Hit After Hit”, con la vera e propria intenzione di partorire un singolo dopo l’altro, quasi fosse una compilation, un’antologia di classici della California.
Sonny Smith con la sua poliedricità che spazia tra poesie e testi teatrali, musiche e arti visuali, potrebbe benissimo essere il sindaco di una Haight-Ashbury degli anni duemila, con tutto il fermento della Summer of Love del 1967 che gli scorre nelle vene.
Il risultato di questo album non è scontato come può apparire, non sono canzoncine da ritmo estivo facile e immediato, o almeno non è solo questo. L’aria da vecchio juke box spensierato è pregna di consapevolezza e di vissuto come in “She Plays Yo-Yo With My Mind”, i ritmi anche quando sono scanzonati come in “Teen Age Thugs” mescolano, complice l’avvolgenza del timbro lontano e sospeso di Sonny e dall’atmosfera lo-fi generale, una maturità distante, quasi didascalica.
Ci troviamo sì ad un falò sulla spiaggia, ma alla chitarra non c’è il ragazzo che non limona mai perchè fa solo atmosfera, c’è invece il vecchio cantastorie, che ci racconta di avventure lontane, quasi sospese nel tempo come “Home And Exile”, che ci fa perdere nella psichedelia di “The Bad Energy From LA Is Killing” o ci fa saltellare sorridendo con “Don’t Act Dumb”.
Non stanca questo album, è hipster senza l’eccesso e la banalità delle Pipettes, ricorda più il punto di partenza da cui evolvere un’esperienza garage alla The Girls o Vivian Girls. “Hit After Hit” è sì vintage, ma senza volere essere cool a tutti i costi.