Those Darlins
Screws Get Loose

Tremate, tremate, le streghe son tornate urlavano le nostre mamme e nonne. Le Those Darlins, band quasi tutta al femminile di Murfreesboro (Tennessee), non cavalcano scope ma basso e chitarre; però contrariarle potrebbe risultare ugualmente pericoloso. Lasciatesi alle spalle gli esordi a tutto country del disco omonimo Jessi, Kelley e Nikki Darlin si sono trasformate nell’archetipo del perfetto gruppo punk. Non solo per la scelta di farsi chiamare con lo stesso cognome d’arte, come quella sgangherata e felice famiglia che erano i Ramones: in “Screw Gets Loose” l’ukulele, prima immancabile, è stato accantonato in favore di pelli e bacchette con sentiti ringraziamenti da parte del batterista Linwood Regensburg (unico uomo del team).

Un’evoluzione sofferta ma necessaria, dato che queste intraprendenti signorine non amano fare due volte la stessa cosa nè ripetersi in alcun modo. Meno Wanda Jackson quindi, largo a un suono più maturo e moderno che ricorda gruppi come The Runaways, i lavori più recenti delle Slits e strizza maliziosamente l’occhio a quella scena girlie di Brooklyn che tanto và  di moda (Vivian Girls, Dum Dum Girls).

L’allegra, poppeggiante title track “Screws Get Loose” dà  inizio alle danze con le sue intricate armonie molto sixties, “Be Your Bro” è uno spiritoso inno femminista scritto dopo mesi di tour passati a fianco di maschi già  accasati (ma non per questo disinteressati). Le orecchiabili “Let You Down” e “Hives” sono puro distillato di southern rock, la coinvolgente “Mystic Mind” cattura col suo andamento mollemente ipnotico, mettendo in evidenza le doti vocali della cantante Jessi. La malinconica, riflessiva “Tina Said” consente di tirare il fiato prima di tuffarsi nella ritmicamente tosta “$”, tutta batteria e disin-canto; “Boy” è romantica e stralunata quanto basta mentre l’irriverente, rockeggiante “Fatty Needs A Fix” graffia con artigli sorprendentemente affilati. “Waste Away” resta l’unico pezzo in cui le radici country del gruppo tornano a farsi sentire, una piccola deroga per non deludere i fan della prima ora. I saluti sono affidati all’efficace e solida “BUMD”, perfetta colonna sonora mentre scorrono i titoli di coda.

Alcuni album convincono per complessità  e maestria, altri semplicemente conquistano con la loro immediatezza. I trentacinque minuti di “Screws Get Loose” appartengono a questa seconda categoria e le tre pestifere ragazze lo sanno fin troppo bene. Profondamente sicure dei propri mezzi, puntano decise all’obiettivo e se qualcuno prova a mettersi in mezzo sono guai. Maschietti avvisati”…

Ascolta “Tina Said”