Avrei due buoni motivi per diffidare da questo disco.
1) E’ troppo lungo ed io ho la fissa sulla durata dei dischi che, a mio avviso, dovrebbe assestarsi sui 30-40 minuti. 55′ e 3” sono un po’ troppi, una piccola scrematura di minutaggio avrebbe giovato all’ascolto.
2) Questa nuova scena psycho-pop-garage-lo-fi non mi ha mai convinto; la maggior parte delle cosiddette “nuove scene musicali” paiono semplicemente un mero riciclo di idee già riciclate in precedenza.
Nonostante le premesse non certo entusiasmanti, il nuovo lavoro dei Ganglians è comunque buono. La componente a bassa fedeltà non è predominante, l’attitudine alla melodia è messa in primo piano, intrisa di suggestioni leggermente sotto acido e piccole digressioni new wave. Il corpo del suono riesce ad essere piacevole senza stuccare, nonostante qualche lungaggine di troppo ed una varietà di sfumature non sempre molto vasta, difatti arrivare a fine scaletta è un po’ stancante, nonostante una piacevolezza di fondo indiscutibile. Quasi un incontro a metà strada tra la leggerezza pop dei Fleet Foxes e le auterità psych dei Black Angles. Un ibrido che funziona bene, riciclando tante cose e allo stesso tempo riuscendo a convincere della bontà e soprattutto della sincerità del progetto. Nessun salto di gioia, ma una piacevole eccezione nel magma del citazionismo forzato e della bassa fedeltà come pretesto di coolness.
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2. That’s What I Want
3. Evil Weave
4. Sleep
5. Jungle
6. Bradley
7. Things To Know
8. Good Times
9. The Toad
10. California Cousins
11. Faster
12. My House
Ascolta “Jungle”