Cantautrice raffinata e apprezzata, Adriana Calcanhotto è la nuova voce femminile del Brasile, con il vantaggio di essere un’intellettuale e, quindi, di personalizzare i generi della MPB.
“Marè”, uscito tre anni fa, forse è la sua punta di diamante ma “O Microbio do Samba” è un lavoro più maturo e astruso, nonostante sia facilmente catalogabile come samba.
In realtà , quel ritmo costantemente ripetuto ricorda solo il genere trattato e diviene un altro da sè, una deriva inconfondibile, inedita e d’autore. Anche le tematiche sono propriamente quelle della canzone popolare e del samba ma l’approccio è diverso, più elitario pur mantenendo la sua matrice.
La Calcanhotto è riuscita a creare una commistione di poesia e canzone per le masse che non ha nulla a che vedere con la semplicità , talvolta disarmante, della collega Maria Gadù ma indaga il genere con curiosità senza andare mai oltre. In questo caso, però, è un vero punto di forza perchè si tratta di un tributo e non di una sperimentazione sul genere, alla maniera di Tom Zè. Il protagonista, infatti, è il “‘microbio’ che contagia, che potrebbe scatenare un’epidemia se non si prendono le giuste precauzioni (perchè farlo?). Il samba è un totem che viene ammirato, contemplato, toccato con reverenza e rievocato tutte le volte che viene rappresentato nell’attività live.
Le canzoni ““ quasi tutte magnifiche e coinvolgenti ““ parlano dell’amore che potrebbe manifestarsi in ogni sua forma e che genera gioia, passione, tristezza, malinconia, nostalgia ma che potrebbe divenire anche sinonimo di libertà . “Vai Saber”, già sublimata dalla voce di Marisa Monte, viene presentata in una versione irresistibile ; il buon Rodrigo Amarante presta la sua chitarra per la malinconica “Já reparà´?”, che ricorda i vecchi samba, mentre si respirano fumi carnevaleschi nell’incalzante “Deixa Gueixa”.
Il titolo del disco, però, non si riferisce solo al genere trattato dalla cantora ma ad un aneddoto che vede come protagonista Lupicinio Rodrigues, uno dei grandi autori della musica brasiliana. Da piccolo, dopo appena una settimana di scuola, fu espulso dal collegio dove studiava perchè trascorreva il suo tempo in classe a suonare il tamburo e a cantare e, invitato a motivare il suo comportamento, si dichiarò ammalato asserendo di aver contratto o “‘microbio do samba’.
La potenza del samba si avverte, in tutta la sua espressione, all’interno di questo prezioso lavoro veramente destinato a tutti. Consigliatissimo.