Ho conosciuto i Fountains Of Wayne per vie traverse, quando Adam Duritz dei Counting Crows, improvvisando sulle note di “Round Here”, ci mise dentro il testo di “Radiation Vibes”, la prima canzone del loro primo album. Appena cinque dischi dopo il lontano 1996, per la band del Massachusetts il tempo sembra essersi cristallizato. Il primo riff di chitarra di “The Summer Place” è stato quasi un deja-vu ancora sul tema dei Counting Crows, per quanto mi sembrava di ascoltare l’attacco di “Mr. Jones” in versione acustica. Una piccola suggestione di un disco che si conferma godibile e lontanissimo dalle fanfare dell’indie rock modaiolo ad uso e consumo dei seguaci di Pitchfork.
“Sky Full Of Holes” è un lavoro onesto e sincero, non potrebbe essere altrimenti per un lavoro così legato a stilemi propri di quel college rock americano che fece sfaceli nel pieno degli anni ’90, un bel po’ di tempo fa. Tre quarti d’ora che filano via agili e piacevoli, senza pichi emotivi di sorta per un disco che girerà nel vostro lettore più volte di quante ne possiate contare razionalmente. Destinato ad assurgere al ruolo di outsider silenzioso dell’anno. Pochi se ne ricorderanno, ma ad ogni passaggio sarà capace di regalare squarci di luce anche nelle giornate più grigie.
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2. Richie And Ruben
3. Acela
4. Someone’s Gonne Break Your Heart
5. Action Hero
6. Cold Comfort Flowers
7. A Road Song
8. Workingman’s Hands
9. Hate To See You Like This
10. Radio Bar
11. Firelight Waltz
12. Cemetery Guns
Ascolta “Richie And Ruben”