Nell’epoca della carne da macello virtuale, un corpo che si muove sul palco è il tramite per restituire la densità di tempi scomparsi assieme alle persone. Genera un ricordo molto più sicuro di una casa, di un lavoro. E’ questo Il Giorno Del Ringraziamento, concerto in memoria di Stefano Nocetti. Fondatore di Radio Antenna Uno Rockstation, bassista, DJ e animatore di storici locali quali Pakko, Mascotte, Oasis e Maffia.
Il Vox Club è gremito di calore. Pure se fuori c’è freddo pungente, secco e teso. L’apocalisse prosegue. Londra Chiama perchè oggi viviamo in un vuoto che era stato profetizzato. Un luogo lontano un milione di miglia dalla mitica Afrodisia Città Libera che dava nome alla formazione new wave di cui era parte “Steppo” Nocetti. Ora sua figlia è sul palco per cantare le rovine dell’umanità assieme ai Controllo Totale (cover band dei Clash). Ma lo sguardo ricorda a tutti i presenti che l’atto d’amore di questa serata è un gesto rivoluzionario in grado di cambiare questo “Cesso” di mondo. Josè Lopez Macho Frasquelo, meglio conosciuto come Danilo Fatur o Artista Del Popolo Italiano, non si è ancora arreso. Pompa il suo ritmo velenoso nella notte del “Cosmic punk”. Performa un’ “Emilia paranoica” unendosi ad Umberto Negri che (ri)torna sulle scene con un set acustico del punk filo-sovietico dei CCCP. Dopo anni di silenzio, di affinità e divergenze. Conseguita la maggior età e pubblicato uno splendido libro (“IO E I CCCP”, ed. Shake), Negri regala quell’indefinibile emozione che trafigge di desiderio a volte indispensabile.
Come l’ unplugged con cui Fausto Rossi (Faust’O) celebra l’inizio del suo rituale catartico. Piano la musica si carica di strumenti, e termina nelle parole sante di “Perchè il mio amore”: Ho un destino oscuro e non ho paura avendo aperto il cuore al mio infinito. Anche ora che le forme della vita trasudano radici dai detriti. Dai metalli e dai manichini immortalati dal fotografo Angelo Gambetta nell’ex ospedale psichiatrico di Racconigi. Raccolti nella “fessura vaginifica” della poesia di Monica Matticoli, nell’attitudine visionaria di Daniele Vergni, nel senso del suono di Cristiano Santini (ex lead vocal dei Disciplinatha) divengono un “Rumore Bianco” che riprende vita sulle labbra di Miro Sassolini . L’atto di un memento futuribile si estende nella vocalità dell’ex storica voce dei Diaframma. L’esecuzione di “Ridammi l’eco” lascia intravedere un disco (“Da Qui A Domani”, Black Fading) che parla sinfonie elettroniche. Le immerge nella rarefazione della nebbia tosco-emiliana piena di fumo grigio. Dove più avanti sorge una palude post-punk per le “Notti di mostri” in cui torna “L’ultimo guerriero”: storico EP dei Rats. Una delle più interessanti band degli Ottanta. Nel ricordo collettivo sono soppiantati dall’album del 1992 “Indiani Padani”.
In questa occasione c’è la splendida formazione primigenia, e duole solo la mancanza di Claudia Lloyd, che pure se appartenente ad archivi performativi ancor più polverosi avrebbe potuto spiegare molto agli odierni imitatori di certa sonorità . Ma il live deve proseguire ad impeccabile ritmo marziale. Il Vox è una vasca densa di respiri che scalpitano in attesa della Paolino Paperino Band. In queste zone è culto che dal 2004 si attende di riascoltare. Il punk rock di una reunion a lungo negata assale con uno stage diving che si mescola alla sommossa popolare. Alcune persone richiedono più pezzi. Quando in questo caleidoscopio simmetrico sorge come sguardo di pace la poesia piana di Sergio Giacomini. Celebra “Steppo” con “Lucy in the sky with diamonds”. Senza assalti di “Stati d’ansia”. Oltre le nebbie della “Siberia” che all’ingresso del locale hanno nascosto tratti fasciati in un impermeabile: Federico Fiumani. Arriva il classico e suadente repertorio rielaborato nel ruvido cantautorato dei Diaframma odierni. Elena sempre incanta sotto il vestito. Una dedica nel cuore dell’amico Miro Sassolini celebra devozione, mentre Max Collini degli Offlaga Disco Pax canta tra il pubblico. Rimasti in pochi c’è posto solo per i più fedeli quando ” Madre Superiora” brilla di struggente disperazione punk. Travolge dentro una vita che talvolta si sporca nel colore del caffè. Emozione che può capitare solo con Fiumani. All’improvviso. In un giorno. Una canzone si trasforma in un forte pugno all’anima. Il 23 ottobre nel Vox Club non è un giorno qualunque.
Video|Tutta la serata fotografata dall’occhio lisergico di Angelo Gambetta: