Sondre Lerche è in musica ciò che la pizza che prendo sotto casa è nella mia vita di tutti i giorni: una piccola e sana certezza. Certo, non raggiungerà mai livelli di eccellenza, ci sono tanti artisti migliori nel panorama musicale internazionale, come ci sono tante pizzerie migliori a Napoli. Ma la sicurezza di non ascoltare un disco orribile oppure di non ritrovarsi nel piatto un frisbee mette al riparo da quei piccoli orrori che il quotidiano ogni tanto ci consegna. Non fa eccezione questo album omonimo, già pubblicato in Norvegia e in USA, mentre nel resto del globo sarà sugli scaffali ad inizio settembre.
Le dieci canzoni in scaletta confermano una propensione pop che ha nel codice genetico la dimensione melodica di Bacharach e la leggerezza del Badly Drawn Boy più incline agli umori primaverili. Melodie dolci, adatte a riempire l’atmosfera delle mura domestiche, magari in un giorno di festa, armonie volatili capaci di svanire nel breve volgere di una mattinata senza lasciare il segno. Non è un brutto disco anche se, dopo i primi quattro brani, il piacere sfuma in una retorica pop che non permette al retrogusto dolce che dischi del genere dovrebbero lasciare in eredità , di durare più di un battito d’ali. In un’epoca di consumismo sfrenato e indotto, potrebbe avere anche il suo perchè; nel mio mondo ideale, dove le cose belle restano nel tempo, dischi così non troverebbero il loro posto . A dispetto di tutte le piccole e sane certezze del quotidiano che, si sa, non appartiene al migliore dei mondi possibili.