Salvo qualche recente eccezione (Calibro 35, Low Frequency Club), in Italia il funk non è mai stato un territorio troppo esplorato: abbiamo avuto memorabili incursioni nel jazz-rock, notevoli esperienze wave e una moltitudine di scuole hip-hop, ma il funk è sempre stato soltanto un ingrediente, certamente importante, e non un genere con enormi potenzialità da sviscerare ed interpretare.
A colmare questo vuoto ci pensa ora Andrea Riva, bellunese, in arte Mole, ex mc nei mai troppo compianti Atlantide 4et, già titolare di un album hip-hop ricco e sudatissimo e di un ep gratuito (“Sicksenses”) in cui s’immergeva in paludi dub e tentazioni jazzy. Con la stessa band che lo aveva accompagnato nel precedente “Nero Viaggiatore” (quel Moonwalktet che ora diventa titolare dell’album insieme allo stesso Mole) sforna un disco, personalmente uno dei più attesi del 2011, che finalmente propone una lettura del funk tutta italiana, massiccia e convincente.
Nei quarantatrè minuti di “Visionauta” vengono affrontate e rielaborate le più varie istanze della black music: pochissime tracce di hip-hop (il cantato di Mole of course, ancora debitore del suo passato, lo scratch nel crossover nerissimo di “H”), ma dosi abbondanti di groove, qualche fuga giamaicana, atmosfere mediterranee e una peculiare attenzione verso il pop italiano dei sixties.
Apre questo fantastico viaggio il funky dal retrogusto reggae di “Non Pensarci”, mentre “Radio MW” sfoggia vigorosi muscoli funk-rock dopo un inizio jazzy e ricco di citazioni.
Il primo, irresistibile, singolo “Caleidoscopio” si muove agile tra psichedelia, refrain western e deliziosi omaggi al beat italiano, seguito dall’entusiasmante “Queste Mani Ruvide” con uno strepitoso lavoro dei fiati. Non manca un lento davvero d’antologia, la struggente “Il Segreto”, e neppure un intermezzo acustico che farebbe invidia a Capossela (“L’Alveare”, uscito su soundcloud come fuorviante anteprima dell’intero lavoro). L’intensa “Daydreamers” è impreziosita dalla meravigliosa chitarra jazz di Ruggi Clifton Burigo (sempre ottimo, come il resto del Moonwalktet); stupisce la malinconia suadente ed etnica di “Adriatico”, “Cosmic Clock” immerge il dub nella psichedelia più hard e “Fammene Un Altro” chiude il disco con dissacrante leggerezza.
“Visionauta”, in questo 2011 che già ha offerto ottime uscite italiane, ci mostra un artista maturo (anche liricamente Mole non ha nulla da invidiare a rapper più quotati) eppure in continua evoluzione e pienamente consapevole delle proprio intenzioni e potenzialità : ogni aspettativa è stata ampiamente ripagata, futuro e presente del funk tricolore non potrebbero essere più rosei.
Non lasciatevelo scappare.
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2. Radio MW (Why Are You Crying)
3. Caledoiscopio
4. Queste mani ruvide
5. Il segreto
6. Daydreamers
7. Visionauta
8. L’alveare
9. Touching My Soul
10. Adriatico
11. Cosmic Clock
12. Fammene un altro
Ascolta “L’Alveare”