Un indie è geloso del proprio amico indie quando quest’ultimo gli rivela di aver conosciuto un gruppo indie che fino ad allora conosceva solo il primo dei due indie. E’ una filosofia intrecciata, ma credo abbiate capito. Insomma, il gruppo che nessuno si caga è il miglior gruppo in circolazione fino al momento in cui non diventa di “uso pubblico”. Che strana cosa.
Quindi, detto ciò, considero i Twerps una delle migliori rivelazioni degli ultimi mesi. Ok, alla fine di questa recensione, e dopo che almeno due di voi lettori avranno ascoltato il loro album di debutto, non lo saranno più, in quanto già  troppo mainstream. Mi godo il momento, e mentre sono ‘buttato’ sul mio letto a scrivere e ad ascoltare il loro disco mi sento di tirarmela alquanto, per il semplice motivo che difficilmente voi ‘comuni mortali’ riuscirete a procurarvi gli undici pezzi che compongono questo album.

Me ne sono accorto tardi anche io di loro, “Twerps” l’album omonimo del gruppo australiano, è uscito da un pezzo, più di un mese fa ormai, ma mi pareva giusto parlarne, perchè i ‘canguri’ meritano, o almeno meriterebbero, molta attenzione (Pitchfork non se li è lasciati fuggire, figuriamoci, battezzandoli con un 7,9).

I quattro, che fanno parte della scuderia Underwater Peoples insieme ai Real Estate, non presentano nulla ne di troppo originale, ne di troppo innovativo, ma hanno la bravura di lasciarsi ascoltare con piacere (malgrado a volte giochino con il rendere alquanto sgradevole e stonata la parte cantata), rendendosi utili riempitori delle interminabili e uggiose domeniche invernali. I Twerps hanno il sapore dei Byrds che cantano Bob Dylan e giocano con jingle alla Smiths cercando di rimanere il più possibili fedeli a gruppi lo-fi loro compatrioti, vedi The Clean, di cui si propongono come gli eredi.
Se non avete voglia di diventare matti mettendovi alla ricerca del fatidico link per scaricare il loro album, fate però almeno lo sforzo di procurarvi “Bring Me Down” e “Who Are You” ballate, la prima ‘parlata’, che si avvicinano a piccoli, piccolissimi capolavori.

Ecco, spero di non avere reso questi giovani australiani troppo mainstream e di non aver intaccato l’alone ‘indie’ che ancora li contorna, sempre che ciò sia ancora un bene”…di sti tempi”…

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Twerps
[ Underwater Peoples/Chapter – 2011]
Similar Artist: The Clean, Real Estate, Byrds+Dylan+Smiths centrifugati
Rating:
1. Dreamin
2. Don’t Be Surprised
3. This Guy
4. Who Are You
5. Peculiar
6. Jam Song
7. Anything New
8. Bring Me Down
9. Grow Old
10. Through the Day
11. Coast to Coast