Che dire di uno come Skrillex e del suo nuovo “Bangarang EP”, preludio di una luminosa e brillante carriera (negli States, ma probabilmente anche in Europa)?
1) Assolutamente figlio dei tempi odierni, di quell’attitudine/abitudine che porta la gente ad ascoltare le canzoni con il telefonino (lo chiamo telefonino perchè io sono figlio degli anni novanta), skippando dopo trenta secondi per passare ad un altro brano da skippare dopo trenta secondi. Musica da fast food, o se proprio non ce l’abbiamo con le multinazionali e vogliamo pure fare loro pubblicità gratuita, l’equivalente musicale del Big Mac della McDonald’s ®.
2) Ci sono belle idee sepolte sotto quintali di suoni troppo brutti per essere veri (la prima volta che l’ho ascoltato ho temuto per un attimo che mi fosse scoppiata la caldaia), troppo malsani per non esserne intossicarsi, troppo ricchi di grassi saturi per non fare la fine del tizio del documentario “Super Size Me” in caso di ascolto prolungato. Musica da fast food, o se proprio non ce l’abbiamo con le multinazionali e vogliamo pure fare loro pubblicità gratuita, l’equivalente musicale del Big Mac della McDonald’s ®. Mi ripeto perchè tanto in “Bangarang EP” c’è una sola idea replicata dall’inizio alla fine dell’opera, e probabilmente non ci farà troppo caso nessuno.
3) “Bangarang EP” ha un suo fascino ed è un bel prodotto. è roba da nerd fatta da un nerd che ce l’ha fatta, roba che ti illude per una trentina di secondi di essere riuscito a conquistare un ruolo di rilievo nella società odierna, poi quando ti ha stancato la prendi per quello che è ““ ossia ciò che ho detto al punto 1 e non sto a ribadire per questioni di spazio.
4) Skrillex stesso ha un suo fascino. Sembra un’imitazione del Nongiovane Francesco Mandelli (quando in una celeberrima gag urlava “Thrasher!” vestito da metallaro ritardato), poi leggi la sua bio e noti che è l’ex cantante di una terribile metalcore band americana che ha dovuto abbandonare il ruolo per problemi alla voce ed allora un pochino ti appassioni a lui ed al suo riuscito tentativo di svolta elettronica. Il suo conto in banca ti ringrazia.
5) Per i fanatici delle categorie, delle etichette e dei generi musicali: la musica di Skrillex è molto difficile da incasellare. è tutto e nulla, i più svegli la chiamano dubstep ma non è dubstep, qualcuno la definisce house ma non lo è (almeno non in senso stretto), electro non ne parliamo nemmeno, fidget forse-ma-forse. Categorizzare la musica non mi è mai piaciuto e quindi la definirei musica da ballare con il corpo ma non con la testa. Troppo ignorante per ballarla anche con la testa, su questo ci siamo.
6) “Bangarang” alla prova dei fatti regge bene. Ti pare di sentire la stessa traccia dall’inizio alla fine ma è giusto così, ed ha perfino il coraggio di campionare i Doors (“Breakn’ A Sweat”) e collaborare con Ellie Goulding (“Summit”, forse la traccia più interessante del lotto ““ una cosa tipo gli Alphaville o qualunque altra band meteora anni ottanta suonata ad 8bit) e Wolfgang Gartner (“The Devil’s Den”) pur di arrivare al risultato.
Comunque, bando alle ciance: Skrillex riuscirà dove i Prodigy, i Chemical Brothers e Fatboy Slim hanno fallito, ossia far innamorare l’America della dance più cafona. Riuscirà a sfondare piombando ai primi posti della hit parade (quando dico così mi sento un po’ Dj Ringo) e Skrillex diventerà un personaggio di pubblico dominio nonchè esempio da seguire per migliaia di giovani americani e non (spero solo che non lo seguano nel taglio di capelli). è solo questione di tempo ed arriverà una collaborazione con Lady Gaga (anzi no, con l’ultima, ingrassatissima Christina Aguilera ““ e si torna al discorso di “Super Size Me” e dell’equivalente musicale del Big Mac della McDonald’s ®) e la gloria. Staremo a sentire come sarà il disco nuovo, per ora questo Ep fa il suo dovere e ciò basta e avanza.
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2. Bangarang
3. Breakn’ A Sweat
4. The Devil’s Den
5. Right On Time
6. Kyoto
7. Summit