Ascoltare i The Little Willies solo perchè sono l’ennesima incarnazione di Norah Jones sarebbe riduttivo. Eppure, non si può fare a meno di notarla, unica donna (portata cerimoniosamente in trionfo sulla copertina del nuovo lavoro) dell’allegra famigliola Willies: Lee Alexander al basso, Jim Campilongo alla chitarra, Richard Julian (chitarra e voce) e Dan Rieser alla batteria. “For The Good Times” è il loro secondo disco, dopo l’esordio omonimo di ormai sette lunghi anni fa (era il 2003).

La passione che la Jones nutre per il country, unica musica che la fa sentire veramente a casa (come ha più volte dichiarato), è ben nota e con i The Little Willies può sfogarla a pieno. I classici, si sa, sono senza tempo e sentire per l’ennesima volta “Jolene” di Dolly Parton e “For The Good Times” di Kris Kristoferson nella magistrale interpretazione sussurrata e spacca cuore di Norah o “Permanently Lonely” di Willie Nelson e “Wide Open Road” di Johnny Cash arricchite dal timbro vocale unico di Alexander è sempre un piacere.

Ma non di sole lacrime è fatto quest’album: a tenere alto il ritmo ci pensano pezzi giocosi e indiavolati come “Tommy Rockwood” (scritta da Campilongo) e “Four Owl On The Prowl” di Quincy Jones riadattata in stile saloon western, stesso destino toccato a “If You Got The Money I Got The Time” di Jim Beck.

L’esperimento insomma si conferma interessante e coinvolgente. I Willies si divertono un mondo, l’ascoltatore pure. Folk ““ country d’autore rivisto e corretto con stile, perchè la classe non è acqua.