Agosto 2010, Londra.
A Piccadilly c’era ancora il negozio della Tower Records. Quel pomeriggio c’ero anche io, in attesa che il mio amico Marco riemergesse dalla sezione punk rock. Nell’attesa inforcavo le cuffie di una postazione d’ascolto e decidevo di ascoltare un disco dalla copertina essenziale, ricoperta da uno spartano e al tempo stesso elegante tessuto. Era Damien Rice col suo “O”, disco d’esordio che, in un’epoca in cui i blog e le webzine non si erano ancora espansi a macchia d’olio, in Italia era ancora praticamente sconosciuto. Da qui un colpo di fulmine, l’acquisto del l’album e la condivisione attraverso varie masterizzazioni agli amici più cari sparsi per l’Italia. Appena dieci anni fa ma con meccaniche divulgative assolutamente diverse da oggi. Tra le maglie di quelle canzoni c’era la voce soave e cristallina di Lisa Hannigan, che mi sembrava troppo bella per essere ridotta per semplice al ruolo di comprimaria.
Il tempo mi ha dato ragione, ma non era difficile prevederlo. In soli quattro anni, la cantautrice irlandese ha raggiunto numericamente la produzione del suo “mentore”, prima con l’ottimo “Sea Sew” del 2008 e adesso con “Passenger”, distribuito in questi giorni nel vecchio continente mentre ha visto la luce qualche mese fa nel resto del mondo. A parte l’insensatezza, nel 2012, di far uscire un disco con distribuzioni sfalsate di mesi, il percorso artistico si arricchisce, aggiungendo al pop-folk elementi blues ed una piacevole un’aura elegante e allo stesso tempo naif. L’unico episodio poco convincente, almeno a mio avviso, è l’indiepop corale con venature esotiche di “What i’ll do”.
Solo una sbavatura di poco conto in una scaletta che annovera momenti più intimi ed altri sinuosamente obliqui, come il duetto di “O Sleep”, in cui ad accompagnarla c’è la voce di Ray Lamontagne. Ne è passato di tempo da quell’agosto londinese a spulciare tra gli scaffali dei dischi, certe dinamiche sono state quasi del tutto stravolte, ma certe intuizioni restano. Qualora foste rimasti indietro, non esitate a procurarvi il disco in questione, tanto di “quell’altro lì di cui sopra si sono perse quasi le tracce.
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2. A Sail
3. Knots
4. What’ll I Do
5. O Sleep
6. Paper House
7. Little Bird
8. Passenger
9. Safe Travels (Don’t Die)
10. Nowhere to Go
11. Flowers
Ascolta 6 tracce da “Passenger”