Non ho mai capito qual è il posto in cui mi sento veramente me stesso. Troppe volte desideroso di essere altrove e allo stesso tempo tanto legato alla mia città d’origine. Forse perchè è davvero difficile lasciare il mare chiuso fuori la finestra; ci sarà sempre un legame per qualcosa che è lì da sempre nel mio immaginario quotidiano, quando sai che tra i palazzi sbucherà la cima del Vesuvio o qualche fazzoletto d’acqua azzurra. La musica ha il potere di reclamare a gran voce il mio posto da qualche parte, lontano da qui eppure col cuore diviso sempre a metà . La stessa cosa vale con Nordgarden; non ho mai capito realmente a quale posto potesse appartenere. Norvegese trapiantato in Italia, il Nostro sembra essersi affrancato anche da tutte le influenze che lasciano in eredità luoghi suggestivi come il grande Nord, la Toscana e la Sicilia stessa, dove è stato in parte registrato il nuovo lavoro.
“You Gotta get Ready” è un disco vicino alla tradizione del folk americano contemporaneo, in divenire voluttuoso tra episodi romantici e tiepido blues notturno. Rifugge il semplice gioco di specchi, quando le ispirazioni e le coordinate giocano lentamente e in automatico con piccoli contrasti. Non c’è costruzione a tavolino, c’è il cuore, quello vero, che pulsa tra le stradine acciottolate di un lavoro genuino e sincero. Il disco perfetto quando malinconicamente si sfoglia un vecchio album di fotografie, che crudelmente ti ricorda quando eri più giovane e felice. Quando ripercorri con veloci e tumultuosi flashback una parte della tua vita che ti appariva, fino ad un momento prima, come uno di quegli effetti vintage che stravolgono le foto di instagram.
Nordarden mette le cose in chiaro, andando a raccogliere sorrisi in qualche cassetto dimenticato, mettendo in fila dieci canzoni per quaranta minuti scarsi di chiaroscuro, squarci improvvisi di luce e tiepidi ricordi che riempiono il cuore e l’anima. Proprio come questo disco, espressione matura di un talento che ha ben poco da invidiare a colleghi ben più famosi di lui.