Voglio fare l’indie-snob per questa recensione, perchè il gruppo che sto per parlare è sarcastico, cattivo al punto giusto, irriverente e divertente. Ho avuto la fortuna di scoprire Lo Stato Sociale lo scorso anno, ascoltando il loro secondo EP “Amore Ai Tempi Dell’Ikea”. Mi piacquero immediatamente, con le loro musichette e il loro linguaggio colorito. Cosi ho iniziato ad indagare sulla band ed ascoltare gli altri lavori, tra singoli vari e il primo EP “Welfare Pop” uscito nel 2010. Successivamente ebbi l’occasione di andarli a vedere dal vivo. E sul palco ci sapevano fare, divertenti e scanzonati, riuscendo a coinvolgere il pubblico con i loro sketch, stage diving, ed un sound simile ai primi Depeche Mode. Uno spettacolo veramente interessante.
Trepidante ho aspettato il 2012, per l’uscita del primo disco ufficiale della band, dal titolo geniale “Turisti Della Democrazia”, notissima citazione che non sto qui a spiegarvi, perchè se non la riconoscete vuol dire che non siete stati in Italia (o in Europa) negli ultimi 10 anni.
Spesso dietro a tanta attesa, c’è sempre paura di cadere in qualche delusione, riguardante l’ascolto del disco che si è tanto aspettato. Il digit pack, tutto in cartone, è veramente carino, colorato, con una copertina piena di disegni e foto. Poi metto il cd nel lettore e parte “Abbiamo Vinto La Guerra”, brano del 2011, inserito in una compilation di una nota rivista musicale italiana. Pezzo divertente, che rende parecchio bene anche dal vivo. Racconta i palazzi del potere, la politica, il cattivo costume del nostro paese in modo irriverente, con una tastiera da 8bit, che fa sembrare tutto come un gioco.
“Mi Sono Rotto Il Cazzo” è un brano che racconta in modo colorito l’amore, le sue situazioni, le mode, i ragazzi. Poi arriva il turno di “Cromosomi”, brano ripreso da “Welfare Pop”, ma riarrangiato in una nuova versione, più strumentale e meno elettronica. Il risultato finale però, a mio parere, è inferiore alla vecchia versione, maggiormente colorata e più convincente, che mi ha fatto adorare questo pezzo. Il testo per fortuna si mantiene integrale, divertente e dissacrante. Una tastiera anni ’80 apre “Vado Al Mare”, una canzone non d’amore. Un pop leggero senza grosse pretese, che può farci ricordare la stessa ironia di Dente.
Quando arriva il turno di “Sono Cosi Indie”, inizio a soffrire veramente. Anche questa canzone appartenente al repertorio de Lo Stato Sociale, viene riarrangiata. Tastiera introduttiva più acida, ma un suono meno cattivo e sporco dalla versione originale. Inoltre il testo viene cambiato in alcune parti, togliendo quei frammenti che lo rendevano più sarcastico, ed aggiungendo strofe meno convincenti (sempre a mio modesto parere). Di per sè il brano rimane comunque all’altezza del disco, è il mio essere indie che mi non mi fa apprezzare interamente questa nuova versione, di un pezzo irriverente sui giovani d’oggi, con un linguaggio simile ai tanto discussi I Cani. “Maiale”, b-side del singolo di “Cromosomi”, viene modificata, virando in una tastiera più elettronica, lasciando cosi il suo aspetto più acustico. Ma questa versione, in parte più breve, rimane all’altezza, con un testo che gioca sui doppi sensi, a momenti geniali ed un’atmosfera più cupa. “Ladri Di Cuori Col Bruco” su un ritmo che sembra ricordare la disco , ironizza sul mondo del sabato sera, i locali e gli approcci con le donne, tutto con un cantato raccontato. Ed ecco poi arrivare “Amore Ai Tempi Dell’Ikea”, brano pop del 2011, che narra l’amore ai tempi d’oggi, con ironia e disincanto. Brano divertente, leggero, immediato, da un ritornello di facile assimilazione. Adorabile insomma.
“Quello Che Le Donne Dicono”, musicalmente sembra ricordarmi gli 883 di Nord Sud Ovest Est. Un brano che ironizza sulle contraddizioni femminili, ma piacevole sin dal primo ascolto.
“Pop”, altro pezzo ripreso da “Welfare Pop”, viene riproposto in una chiave più elettronica e movimentata. In questo caso l’esperimento riesce, anche se la versione del primo EP, era comunque molto carina. Il ritmo che acquisisce in questa variante ,la renderebbe un potenziale singolo estivo. “Seggiovia Sull’Oceano”, si apre su un tappeto di tastiere lente e accompagna il disco nella sua conclusione, in modo soft e più riflessivo. Alla fine dei giochi “Turisti Della Democrazia” è un buon disco, che delude un po’ le mie personali aspettative. Chi vi scrive magari si attendeva di più, ma essendo il primo disco, io mi devo accontentare e voi potete comunque divertirvi con il loro elettro-pop cazzeggiante.