Attesissimo alla prima prova su lunga distanza, dopo gli innumerevoli e promettenti ep che lo hanno portato nel 2010 ad accasarsi presso la gloriosa Warp, etichetta inglese cardine di molta elettronica presente e passata: il giovane producer scozzese esordisce con “Glass Swords”, album che in breve tempo raccoglie plausi e lodi sperticate. Acclamato come nuovissimo ed ennesimo pilastro della galassia UK-step, nei quaranta minuti abbondanti di “Glass Swords” convivono le istanze più oltranziste del suono future-bass (Mount Kimbie, Ikonika, Actress), paccottiglie electro-eighties lucidate per l’occasione, un’estetica molto detroit-techno, la passione acid di alcun delle menti più lucide della Warp stessa (Luke Vibert, Richard D. James) e l’immancabile collante glitch-hop.
Se l’apertura del disco è sapientemente affidata ai synth spaziali della titletrack e al muscoloso funk-step di “Flash Back”, ben presto si rivelano certi difetti che appesantiscono l’ascolto e ridimensionano nettamente il valore dell’opera: già la successiva “Surph” affoga le ottime geometrie techno nel chipmunk più dozzinale e imbarazzante. è proprio l’abbondanza di vocine pitchate (oltre all’eccesso di influenze non metabolizzate) a pregiudicare complessivamente l’album: dove queste spariscono (il luminoso slap di “Hover Traps”, gli assalti irresistibili di “Death Mountain” e “After Light”) si può apprezzare pienamente l’attento lavoro sulla filigrana del sound, la vera grandiosità della visione di Russell Whyte, altrimenti anche pezzi eccezionali (come una “City Star” dall’incedere minaccioso ed industriale) suonano terribilmente artefatti e stancanti.
Giunti a termine del disco si ha purtroppo la conferma di una grande occasione mancata: Rustie è giovane e ha tutto il tempo dalla sua parte, la prossima volta deve solo selezionare meglio i materiali con cui costruire il proprio sound.
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2. Flash Back
3. Surph
4. Hover Traps
5. City Star
6. Globes
7. Ultra Thizz
8. Death Mountain
9. Cry Flames
10. After Light
11. Ice Tunnels
12. All Nite
13. Crystal Echo
Ascolta “Ultra Thizz”