Che sia solo un progetto parallelo alle Vivian Girls che furono ancora non si è ben capito. Fatto sta che Katy Goodman, la bassista del trio di Brooklyn, c’ha preso gusto a far capolino dietro al nomignolo La Sera, ed ecco che ad un anno di distanza dal debutto solista, omonimo, Katy la rossa, se ne esce con un secondo capitolo, “Sees the Light”.
“Sees the Light” può essere visto come un concept che ritrae una storia d’amore giunta al capolinea, in cui i testi della Goodman fanno da colonna sonora a classiche immagini da telefilm americano.
Una porta che sbatte. Grida. “Vattene bastardo”. “Fanculo”. Una storia d’amore che finisce. Il ragazzo che superato il vialottolo di casa sale sulla sua automobile e schizza via, a isolati e isolati di distanza. La ragazza che scoppia in lacrime. Sbatte porte su porte, e si rifugia tra le mura della sua cameretta.
Il giorno dopo ti ritrovi lei, testa china sulla scrivania, intenta a scrivere lettere senza un destinatario, in cui mettere nero su bianco i suoi pensieri.
Ecco, questo è “Sees the Light”. Dieci lettere d’amore, cui fa da cornice un indie pop di chitarre fuzzy e sporcate da effetti in garage style (Vivian Girls). L’avvio energico e ‘straziante’ di “Love That’s Gone”, “Please Be My Third Eye”, “Break My Heart” è spaccato dalla ballata “It’s Over Now” (un rassegnarsi al fatto che tutto sia finito) e dai jingle delicati di “I’m Alone” (cantilena che ti entra in testa, e ciao…) e di “Real Boy”. Il trittico finale, “Drive On”, “How Far We’ve Come Now” (in cui Katy decide di “lasciarsi dietro tutto”) riprende dai suoni sporchi dell’inizio, seppur con ritmi più compassati, ed è suggellato da una dolce, ma allo stesso tempo amara, “Don’t Stay”, in cui la Goodman pare non aver più dubbi: “it’s over now”.
Alla fine ciò che più colpisce è la capacità della Goodman di alternare pezzi grezzi e rumorosi a ballate fischiettabili e leggere, ma dal retrogusto amaro per la loro intrinseca tristezza. E vedrete, non riuscirete a non farvela piacere.