Chi l’ha detto che tre è il numero perfetto? I Whirr, sestetto di San Francisco (Nick Bassett alla chitarra insieme a Joseph Bautista, Alexandra Morte tastiere e voce, Sergio Miranda batteria, Loren Rivera altra chitarra e voce, Eddie Salgado basso), avrebbero molto da dire in proposito. All’inizio si chiamavano Whirl, nati come progetto parallelo di Bassett (già membro dei granitici e death metal Deafheaven) ma con ambizioni ben maggiori. “Pipe Dreams” è il loro secondo esordio discografico, dopo l’EP autoprodotto “Distressor”.
Che sarebbe stato un buon giorno lo si era capito già dal singolo “Junebouvier”, uscito a settembre dello scorso anno, ottima cartina di tornasole per scoprire le caratteristiche della band. Shoegaze riveduto e corretto in salsa dream-pop (o viceversa, a seconda delle tracce) con echi di noise nelle sventagliate chitarristiche di “Reverse” (le sei corde sono tre, e non è un caso) che ricordano una vasta gamma di gruppi, dai The Dead C ai Sonic Youth. L’album mantiene pienamente le attese, trasportando l’ascoltatore in un mondo parallelo dove l’estate sembra non finire mai (“Flashback”, “Hide”, “Wait”,”Bogus”) e musica e parole si confondono per creare un unico bagliore di color bianco abbacinante (“Home Is Where My Head Is”, “Formulas And Frequencies”). L’atmosfera sospesa e sognante caratterizza anche pezzi più ritmati come “Toss”, mentre la conclusiva “Reverie” (lungi dall’essere un tranquillo sogno a occhi aperti) ha i toni inquietanti ma ben fatti di un incubo coi fiocchi .
L’arrivo in casa Tee Pee non ha fatto che bene ai Whirr, che dimostrano di potersi ritagliare uno spazio tutto loro nel folto rooster dell’etichetta, senza timori reverenziali nè particolari patemi d’animo. “Pipe Dreams” è un album solido e perfettamente riuscito insomma, con una sua identità ben definita nonostante le mille sfaccettature che lo compongono.
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1. Reverse
2. Junebouvier
3. Bogus
4. Flashback
5. Formulas and Frequencies
6. Home Is Where My Head Is
7. Toss
8. Hide
9. Wait
10. Reverie