La storia che ci hanno sempre raccontato dice che quando gli anni 70 stavano per finire Londra bruciava. Quella storia, architettata di tutto punto, aveva una sua morale. Come le favole. Il punk ha lanciato il suo perchè nel momento in cui musicisti col muso lungo e con la testa volta al passato avevano cominciato ad irrigidirsi sui loro strumenti. Fanatici della teoria musicale e del virtuosismo più becero. Qualcuno allora avrà tirato un sospiro di sollievo quando gli hanno detto che avrebbe potuto fare a meno degli Yes. Qualcun altro, ancora, s’è incupito. Nel centro c’è chi ha continuato sulla sua strada. Indispettito.
Non bisogna andare così indietro nella storia per analizzare gli Of Montreal. Certo. Ma mi rimane impossibile ignorare il filo conduttore che lega i ragazzi di Athens alla stagione del progressive o, ancora, a quella della psichedelica. Tratti comuni che non fanno in tempo a palesarsi che poi uno ne può far tranquillamente a meno.
Sono colorati gli Of Montreal. Bucolici e complicati come un quadro di Picabia. Ascoltarli vuol dire fare temporaneamente a meno della propria vita ed infilarsi in un gioco più grosso. Ci hanno abituati, da sempre, a calarci nella loro giostra di suoni e citazioni. Puzzle fuori dal comune in cui il pop s’incastra col prog. I Beatles con Zappa. I Gong con Prince. E tutto questo è anche “Paralytic Stalks”. Nient’altro che la conferma del genio degli Of Montreal. Nient’altro che quello che hanno nelle loro corde.
Non sono tipi che si chiudono negli schemi quelli di Athens. E l’album scorre tra attacchi di schizofrenia ed aperture cosmiche. Tra funk e caos. Aperture melodiche incastrate con mestiere e talvolta la voglia di strafare. Tutto comincia col melodismo acido e rarefatto di “Gelid Ascent”. “Spiteful Intervention” ha il sapore degli Animal Collective, “Dour Percentage” assomiglia invece al trasformismo colorato dei Genesis di Peter Gabriel. “Exorcismic Breedinf Knife” osa di più, tuffandosi nel caotico rumorismo dei Red Crayola.
Se non ci avessero viziati con opere del calibro di “Hissing Fauna, are you the Destroyer?”, probabilmente l’album sarebbe stato accolto con maggiore entusiasmo. Gli Of Montreal non sono amanti dell’ordine e allora “Paralytic Stalks” è un oggetto da decodificare e, come può succedere con David Lynch, non è detto che alla fine tutto torni.