Da pochi giorni è in rete (in free download sulla Fan page di Facebook sino al 1 ° aprile) e successivamente in vendita, il nuovo EP di Marco Notari “La Terra Senza L’Uomo”, lanciato assieme alla campagna di raccolta firme contro la vivisezione indetta dalla LAV. Una sensibilità artistica, già presente nel precedente disco “Io?”, ma che viene ribadita in questo nuovo lavoro, che al meglio raccoglie il percorso artistico/umano di Marco, dalle session dell’ultima fatica, al viaggio in Oriente (India e Nepal) sino al club-tour nei locali più importanti sparsi in Italia. Ma è anche l’occasione per trarre un bilancio sul nuovo sound e su quello che verrà dopo. 7 brani, che includono oltre all’iniziale title-track, manifesto sulla crudeltà umana imposta agli animali, altre 6 canzoni che spaziano tra inediti, live, cover e remix.
Sorprendente e dolcissima la cover di “Caterina” di Francesco De Gregori. Significativi i due brani del repertorio, “Le Stelle Ci Cambieranno Pelle”, primo singolo di “Io?” e “Ninfee”, che apriva l’esordio discografico “Oltre Allo Specchio” in versione live. “Thesiger”, unico brano inedito, è una dedica all’esploratore inglese Wilfred Thesiger e che riafferma come il nuovo sound di Marco Notari, stia crescendo sempre di più. “Dina ““ Reprise” ricalca l’esperimento già riuscito di “Io?- Reprise” sull’ultimo disco, con quel suono molto vicino ai Sigur Ròs più festosi. Poi la conclusiva e incupita nuova versione di “Canzone D’Amore ed Anarchia”, remixata da Eskinzo, chiude questa prova nel modo più alienante e rumoroso. Un EP interessante, ricco di spunti, con cui ho colto l’occasione per parlarne con il diretto interessato.
Ciao Marco, questo nuovo lavoro sembra essere una sorta di diario artistico dell’ultimo anno che hai trascorso. Ed il primo dato interessante che viene fuori è la tua sensibilità umana/artistica che avviene con questa doppia iniziativa, ovvero la promozione alle giornate contro al vivisezione organizzate dalla LAV nelle maggiori piazze italiane e la pubblicazione in free download di questo Ep. Due argomenti distanti, ma attuali, che si uniscono nella comunicazione di questo messaggio importante. Come nasce questa scelta?
Per quanto riguarda la collaborazione con la LAV, sostanzialmente è nata a partire dal testo della title track dell’ep che tratta appunto il tema della vivisezione. Quando ho pensato a come realizzare il videoclip del brano (che uscirà nei prossimi giorni), è nata l’idea di chiedere delle immagini alla LAV che rappresentassero una testimonianza di ciò di cui parla il testo. A quel punto ci siamo resi conto che l’uscita dell’ep cadeva in prossimità delle giornate nazionali contro la vivisezione e ci è parsa una bella idea sostenerci a vicenda. L’idea di concedere l’ep in free download per due settimane su facebook si colloca invece all’interno di un percorso iniziato con il mio ultimo disco “Io?”, caratterizzato dal tentativo di utilizzare il web in maniera creativa e saltare i meccanismi tradizionali di distribuzione per creare un rapporto più diretto con chi ascolta la mia musica. Devo dire che le persone hanno recepito molto bene l’operazione, in due settimane ho registrato più di mille nuovi iscritti sulla mia pagina Facebook.
Ascoltando questo EP, ho apprezzato molto la versione eseguita di “Caterina” di Francesco De Gregori. Credo che la corrente dei cantautori in Italia sia stata fondamentale, per questo volevo chiederti chi sono stati i tuoi maestri e chi senti come maestri nella nuova e fertile scena della musica indipendente italiana?
Ho ascoltato e ascolto molto i cantautori italiani del passato e credo costituiscano una base importante per la mia poetica: oltre a De Gregori posso citare De Andrè, Gaber, Ciampi, Bennato, Graziani e ce ne sono molti altri. Per quanto riguarda la scena indipendente odierna, tra i primi che mi vengono in mente e che credo abbiano qualcosa da insegnare a livello di composizione e poetica ci sono Perturbazione, Zen Circus ed Egokid. Si tratta di band in effetti, ma tutte caratterizzate da un approccio molto cantautorale. D’altra parte devo anche dire che i riferimenti musicali contemporanei che mi affascinano di più vengono dall’estero.
Il club-tour ti ha portato in giro per i locali italiani, come sono andate queste date e come mai è stata scelta la serata al Ratatoj di Salluzzo, con la testimonianza diretta dei due pezzi inseriti nel disco?
Il tour è stato davvero intenso, con una quarantina di date in sei mesi, ed ha regalato a me e alla band molte soddisfazioni. Volevo realizzare una testimonianza live di questo tour e la scelta di registrarla proprio al Ratatoj di Saluzzo è stata determinata da una somma di fattori. Da un lato la collocazione geografica vicina ad Asti e quindi la maggiore comodità nel realizzare tecnicamente la registrazione, dall’altro la grande stima che nutro verso il locale e la disponibilità e gentilezza di tutto il suo staff nell’accogliere la nostra proposta. I due brani live che ho inserito nell’ep sono anche una sorta di anticipazione perchè dopo l’estate uscirà il live completo.
Ascoltando “Thesiger”, ho pensato a quanto forte deve essere la curiosità nella tua vita. Personalmente credo che la curiosità sia una grande qualità e la storia di Wilfred Thesiger ne è una chiara dimostrazione. Come hai conosciuto questo personaggio e perchè il bisogno di raccontarlo in una canzone?
Ho scoperto la figura di Thesiger lo scorso anno durante un viaggio negli Emirati Arabi Uniti. Mi trovavo nella città di Al Ain e nell’antico forte mi sono imbattuto in una mostra di (splendide) fotografie scattate dallo stesso Thesiger quando attraversò tra il 1945 ed il 1949 per ben due volte Il Quarto Vuoto, il deserto più grande del mondo che si trova a cavallo tra Emirati Arabi Uniti ed Oman. Per compiere questa impresa restò prima per qualche tempo presso una tribù di Beduini, per apprenderne gli usi e lo stile di vita che gli avrebbero permesso di sopravvivere in un ambiente così inospitale, poi reclutò due giovani della tribù e insieme intrapresero questo viaggio. La mostra si concludeva con un video in cui l’esploratore ricordava il periodo con i beduini come il più bello della sua vita, e quelle persone come un popolo dotato di un’ospitalità e di una profondità di spirito che lui non aveva più trovato in nessun altro luogo e popolazione del mondo. Con lo stesso affetto un anziano beduino, all’epoca uno dei due giovani che lo aveva accompagnato nel suo viaggio, lo ricordava come la persona più straordinaria che avesse incontrato in vita sua. E’ stato molto bello vedere in maniera così chiara un punto d’incontro tra due culture apparentemente distanti, ed è stato ciò che mi ha spinto a scrivere un brano su Thesiger e sulla sua avventura. Direi che in un certo senso “Thesiger” a livello concettuale riprende il discorso iniziato con il brano “L’invasione degli ultracorpi” contenuto in “Io?”.
Il primo brano che ho ascoltato di “Io?” è stata la versione Reprise che chiude il disco. Diciamo che ha colpito nel segno al primo ascolto. Lo stesso effetto ha fatto questa piccola versione strumentale di “Dina”. Segno di un suono sempre più esterofilo, che comunque risulta molto convincente. Stesso discorso poi riutilizzato anche nella versione video di “Le Stelle Ci Cambieranno Pelle”, che avrei preferito vedere nella tracklist di questo EP. Questo suono è figlio di un percorso che ho sentito presente sin dai tempi “Babele” ma che si è raffinato molto nell’ultimo lavoro. Continuerai a raffinarlo ulteriormente anche nel prossimo disco?
Credo proprio di sì. Con “Io?” ho avuto la percezione di aver raggiunto un punto di arrivo per quanto riguarda il mio mondo sonoro, ma ormai mi conosco abbastanza bene per sapere che partendo da qui nel prossimo disco proverò ad esplorare nuovi territori. In questo momento mi affascina molto l’idea di accentuare ancora di più la veste acustica delle mie canzoni.
“Canzone D’Amore e D’Anarchia” , nella sua versione originale è una ballata romantica ed anche malinconica. In questa nuova versione remixata da Eskinzo, viene stravolta e snaturata. Come mai la scelta di questo remix e la sua pubblicazione?
Eskinzo è uno dei progetti di Luca Cognetti, che ha co-prodotto con me “Io?” e ha suonato nel disco la maggior parte delle chitarre ed alcune tastiere. Mentre stavamo lavorando agli arrangiamenti dei brani, un giorno è arrivato in studio con questa versione completamente stravolta di “Canzone d’amore e d’anarchia”, che se da un lato era molto distante dal sound dell’album, dall’altro possedeva un suo indiscutibile fascino. Così è nata l’idea di utilizzarla come remix ed inserirla in questo ep. Tra l’altro Luca ha realizzato questa versione prima della chiusura definitiva del disco, per cui il testo è leggermente diverso rispetto a quello della versione contenuta in “Io?”.
Chiudo chiedendoti quali saranno le tue prossime iniziative e magari qualche anticipazione sul prossimo disco?
Per maggio stiamo organizzando un mini tour di secret concerts che dovrebbe toccare diverse città italiane. Si tratta di una serie di concerti che si svolgeranno in abitazioni, case private, luoghi insoliti ed in cui mi esibirò in veste acustica. Da giugno poi partirà il tour estivo ed in autunno uscirà un nuovo ep sempre legato al mio ultimo disco “Io?”. Per quanto riguarda il nuovo disco per ora c’è solo qualche bozza, credo che avrò tempo di iniziare a lavorarci con più calma a partire dall’inizio del 2013, per cui è ancora un po’ presto per le anticipazioni.