THE VASELINES
Il culto dei Vaselines deve molto alla versione di “Jesus Don’t Want Me For A Sunbeam” dei Nirvana, inserita nell’ “Mtv Unplugged in NY”. Culto meritato per la qualità dell’esordio “Dum Dum” (1989), splendido compendio di bubble gum pop come non se ne vedeva tanto a quei tempi. Frutto della reunion dell’anno scorso è invece il secondo disco, l’ottimo “Sex With An X” che ne ha rinverdito i fasti.
Per completare il quadro anche il tour, che ci riconsegna una band in ottima forma che pare aver cristallizzato il tempo. Due dischi in ventitre anni e una buona manciata di canzoni pop che non vedranno mai le rughe della vecchiaia. La perfezione non si piega al tempo che avanza.
(Enrico “Sachiel” Amendola)
The Vaselines – Sex With An X
THE FEELIES
Un bel regalo, dopo vent’anni, il nuovo disco dei Feelies. “Here Before“, pur non essendo al livello del folgorante esordio wave pop “Crazy Rhythms”, ci ripresenta una band ancora capace di snocciolare una raccolta di canzoni cristalline che giocano con le melodie e col folk.
Non solo per i fan da tanto tempo ormai orfani, anche per chi li aveva conosciuti da poco grazie alle belle ristampe dei due album precedenti. Per ora anche un tour e poi chissà . Intanto noi li ringraziamo.
(Enrico “Sachiel” Amendola)
The Feelies – Time Is Right
THE AFGHAN WHIGS
Il grunge ha avuto un ruolo piuttosto marginale nella mia adolescenza, mentre il resto l’ho capito a debita distanza da quegli anni per me così ingenui. E in ritardo ho capito la grandezza degli Afghan Whigs, a cui un’etichetta precisa potrebbe stare stretta. “Gentleman” è uno dei dischi rock più belli di sempre, così spigoloso, lontano dai facili ritornelli eppure con uno spirito melodico profondamente radicato nelle canzoni.
Anno 2012, adesso, Greg Dulli e soci annunciano una serie di concerti tra cui uno a Roma il 7 giugno nell’ambito di Rock In Roma. Nessun disco in programma almeno per adesso. In caso di “lieta novella” saremo qui ad aspettarli a braccia aperte.
(Enrico “Sachiel” Amendola)
The Afghan Whigs – Gentlemen
AT THE DRIVE-IN
Una delle reunion più attese (da me, degli altri francamente me ne infischio ““ tanto per citare Clark Gable o a scelta Adriano Celentano) è quella degli At The Drive-In, seminale post-hardcore band di capelloni americani (bello appiccicare etichette così senza crederci veramente) che ha fatto alcuni dischi ed Ep clamorosi salvo poi sciogliersi sul più bello, quando le porte del paradiso erano ormai spalancate ed il successo di massa era ormai prossimo. Gli At The Drive-In hanno detto chiaro e tondo che lo fanno per soldi – ma chi se ne importa? Da quando si sono sciolti mi sento musicalmente orfano, e se tanto mi da tanto va a finire che riesco pure a recuperare quel loro concerto italiano che mi sono perso causa esame universitario il giorno seguente.
Tornassi indietro me ne fotterei dell’esame ed andrei al concerto, ma non c’entra nulla con ciò che stavo dicendo dunque passo ad altro.
(Federico “Accento Svedese”)
At The Drive In – One Armed Scissor (Coachella 2012)
REFUSED
Se gli At The Drive-In si sono riuniti per soldi, perchè si sono riuniti i Refused? Per soldi, anche se non ce lo racconteranno mai in quanto marxisti duri e puri. Io comunque vada apprezzo, perchè i Refused sono stati un gruppo talmente importante per il corso della musica pe(n)sante che non vale la pena di stare a farsi tante menate ideologiche (nemmeno per il fatto che in Italia passeranno per suonare più o meno di spalla ai Soundgarden ““ o meglio, di spalla ai riuniti Soundgarden, che erano già un ex gruppo ai tempi dell’ultimo album figuriamoci ora che si sono riformati e Chris Cornell ha superato ogni limite di decenza da almeno dieci anni), l’unica cosa che conta è ascoltare (e pogare se hai l’età giusta).
Ed il bello è che a questo giro i Refused suoneranno per una platea composta essenzialmente da giovanissimi che li conoscono solo per il remix di “New Noise” ad opera di Steve Aoki. Sarei curioso di sapere che ne pensano.
(Federico “Accento Svedese”)
Refused – Refused are Fucking Dead (Secret reunion show in Umeॠ29./02/2012)
FIREHOSE
Nell’arco della sua complicata e impegnatissima vita musicale, divisa più o meno equamente tra progetti solisti e di gruppo, Mike Watt ha trovato anche il tempo di partecipare, insieme allo storico batterista George Hurley, alla reunion dei Firehose, band nata dalle ceneri dei Minutemen per iniziativa del superfan e cantante Ed Crawford.
Due settimane di concerti in aprile per cominciare, i primi dopo diciassette anni, con un’esibizione già in scaletta al Coachella Festival. Potrebbe essere solo l’inizio però, visto che i tre pensano di mettersi a scrivere nuovo materiale “prima o poi lungo la strada” (per dirla come Brother Mike), provando a dare un successore a “Mr. Machinery Operator”.
(Valentina Natale)
fIREHOSE – Honey Please (Coachella 2012)
THE BEACH BOYS
Sembrava impossibile pensare che si sarebbero rimessi insieme i Beach Boys, dopo anni di cause legali e i mille problemi di Brian Wilson. Invece, le celebrazioni del mezzo secolo di vita in comune hanno portato alla tanto sospirata e attesa reunion. Formazione originale – Wilson, Love, Jardine, Johnston e Marks – molteplici date in giro per il mondo e, dopo l’uscita di “The Smile Sessions” qualche mese fa, un nuovo album in corso di registrazione.
I ragazzini di “Surfin’ USA” e i fini sperimentatori psichedelici di “Pet Sounds” sono cresciuti, ci mancherebbe altro, ma a giudicare dall’esibizione ai Grammy dello scorso febbraio le loro armonie vocali restano senza tempo. Non resta che aspettare (non molto sembra) e vedere cosa hanno intenzione di proporre in seguito.
(Valentina Natale)
Beach Boys Grammy Awards 2012
SOUNDGARDEN
Altra reunion che sembrava quantomeno altamente improbabile fino a non molto tempo fa. Chris Cornell impegnato nella carriera solista full time, Matt Cameron affiliato agli amici Pearl Jam, Ben Shepherd non pervenuto e Kim Thayil felicemente semi-pensionato (parole sue): i Soundgarden parevano ormai far parte del passato, come i riccioli assassini e le camicie di flanella a quadri.
Invece eccoli di nuovo più in forma che mai, con la valigia in mano, un buon numero di date già alle spalle e molti altri concerti in agenda. Presto, molto presto, il nuovo album: in uscita nel 2012 (salvo ritardi) e prodotto da Adam Kasper.
(Valentina Natale)
Soundgarden – Live To Rise
MAZZY STAR
Ha provato a ballare da sola, Hope Sandoval, e non le è riuscito neanche malissimo (niente di quel che la riguarda può uscire male). Ma è in qualche modo spiritualmente esatto, se non prevedibile, che nel 2011/1991 la cantante dei Mazzy Star non solo abbia annunciato la reunion con David Roback ma si sia prestata a due nuovi singoli”“ “Common Burn” e “Lay Myself Down””“ che ci riportano esattamente al punto in cui eravamo stati abbandonati.
Non scriveranno mai un’altra “Fade Into You”. Ma insieme a quello dei Neutral Milk Hotel, è il ritorno a casa più importante dell’anno, perchè c’è più nostalgia che mania.
Mazzy Star – Common Burn
CODEINE
l destino è nel nome: nel 1989 i Codeine non solo avevano scelto un nome importante per la band”“ un nome che rende giustizia al loro stile distante e ipotermico”“ ma si preparavano a rilasciare due dischi con titoli altrettanto devastanti: “Frigid Stars” e “The White Birch”. Verrebbe da chiedersi come se la caveranno con i nomi adesso, ammesso che decidano di incidere qualcosa di nuovo.
I Codeine si sciolsero fondamentalmente Stephen Immerwhar non voleva saperne più niente, e tornano a suonare perchè sempre Immerwhar ha deciso che si può dare un’altra chance al tutto. I compagni di squadra sembrano proteggerlo oggi come allora, quando decise di ritirarsi (non tutti sono Salinger, non tutti devono essere Salinger, neanche Salinger era Salinger). Una reunion che si presta a risultati incerti, e per questo da tenere in forte considerazione.
(Claudia Durastanti)
Codeine – Sea
THE STONE ROSES
La resurrezione è avvenuta. Dopo alcune graditissime retrouvailles (tipo Mani sul palco con Ian Brown al Summercase di Barcellona qualche anno fa), dopo anni di attese, speranze e illusioni, dopo che tutto sembrava destinato a restare per sempre confinato in un glorioso passato, lo scorso ottobre, dal nulla, in una conferenza stampa gli Stone Roses al completo hanno annunciato il loro ritorno sulle scene. Il loro massiccio ritorno sulle scene.
Perchè oltre al tour mondiale che seguirà l’esordio il 29 e 30 giugno e il 1 luglio all’ Heaton Park di Manchester – i cui biglietti sono andati esauriti in pochi minuti -, pare che i Roses abbiano in cantiere anche un nuovo disco e pure una biografia ufficiale. Per gente che è entrata nella Storia con un solo, clamoroso, album, è tanta roba. Personalmente non nutro aspettative nei confronti del disco, visto che già “Second Coming” è stata una bella ciofeca ad eccezione di “Love Spreads”. Viceversa la notizia del tour, e del live italiano, è stata una vera bomba per chi, come me, attendeva da circa 20 anni di vedere dal vivo Brown, Squire e il ballerino arabo in perenne botta di Mdma. Per danzare baggy e ingurgitare anche voi Mdma con la cricca mancuniana, la loro data unica italiana è il 17 luglio all’Arena Civica di Milano.
(Davide “Helmut” Campione)
The Stone Roses Press Conference Reunion
PULP
Altri eroi britpop ante litteram, altro giro di reunion bomba. Evidentemente la fervente attività solista non soddisfaceva pienamente quel dandy di Jarvis, oppure non era sufficientemente remunerativa, fatto sta che di punto in bianco, nel novembre del 2010, i Pulp hanno annunciato il loro ritorno sulle scene, avvenuto sui palchi dei Festival di mezzo mondo l’estate scorsa.
Se la reunion sia avvenuta per soldi o per amore, francamente poco importa. Io ho avuto la fortuna di vederli al Way Out West di Gotheborg e nonostante un pubblico freddino, posso assicurare ai dubbiosi che i Pulp sono ancora una band della Madonna dal vivo, dove danno vita ad un greatest hits di un’ora e mezza con un Jarvis al top che apre con “Do you remember the first time?” e chiude, solitamente, con “Common People”. Per godere di cotanta roba, imbarcatevi direzione Azzano Decimo (Pordenone), dove il 13 luglio i nostri daranno vita all’unico concerto italiano.
(Davide “Helmut” Campione)
Pulp – Common People (Primavera Sound 2011)