“The Clearing” è l’album di una rinascita. Rinascita come nel ciclo delle stagioni piuttosto che mistica resurrezione. Celebra nuova vita, quanto una primavera del Midwest, dopo la quasi letale malattia di Beth Tacular, dopo la rottura e la ricomposizione di una coppia che nella vita come in musica si è resa consapevole di essere inseperabile e ha eretto nella semplicità dei boschi della North Carolina il proprio castello di legno e chiodi, immortalando la propria storia in un folk autentico, pulito, scaldato da accordi tenui come un nuovo sole nordamericano. Canta un ciclo vitale con la semplicità e la forza consueta che i Bowerbirds hanno impresso ai loro precedenti album, consolidandola in strumentazioni più articolate e consistenti che si lasciano alle spalle il sappore dell’auto-produzione senza perdere in intensità grazie anche al lavoro di Brian Joseph, già ingegnere del suono di Bon Iver.
Gli unidici brani che compongono il disco sbattono la porta in faccia al cinismo e al grigiore urbano per addentrarsi in un universo di foreste, bacche, solchi nel terreno e piccole gioie domestiche. Come i tizzoni ardenti cantati in “Walk the Furrows” ““sicuramente uno dei brani meglio riusciti del disco e probabilmente dell’intera produzione del duo- rinfocola in ognuno di noi la consapevolezza che sotto le ceneri del quotidiano (keep the fire smouldering/no you are not shy) vivono emozioni capaci di accomunare tutti, indistintamente. Non è un caso che “We tuck the Darkness in” apra il disco con l’inciso tutto muore/evertyhing falls to death dando la misura di un percorso narrativo fatto di consapevolezza e positività come nel testo di “This Year” (on and on goes the long winter/my eyes are now fixed to the stars/ we’ve been there before and I am fairly sure we’ ll find a clearing in the forest of our hearts). La linea vocale eterea di “In the Yard” apre al crescendo di “Stitch the Hem” in cui Moore ripete There’s a hope that we have what we need per proseguire in un’accelerazione emotiva e chiudersi con “We hurry on” sulla rassicurante promessa: you are not alone.
“The Clearing” è nel suo insieme un meraviglioso inno all’amore come forza rigeneratrice, come fonte di belleza e conforto. I Bowerbirds dimostrano al terzo disco di poter incarnare l’anima più pura di un genere, il folk, che si impone nella sua monolitica semplicità e per l’universalità del linguaggio. Perchè le loro stagioni sono anche le nostre.