Talentuosa, controversa e scontrosa. Attributi in parte riduttivi ma inesorabilmente efficaci per un personaggio totale come la O’ Connor. A 22 anni dal successo mondiale e irripetibile di “Nothing Compares 2 U”, viene facile dimenticarsi quanto il rock al femminile a cavallo tra la fine degli anni 80 e gli anni 90 abbia ricevuto dalla leonessa irlandese. I capelli, cortissimi e provocatori, erano di fatto il simbolo di una vocalità capace di tessere straordinarie melodie ma il peso di un personaggio cosi tumultuoso sembrava di fatto averla travolta per sempre. Lentamente la ribelle Irish si è trasformata in una maschera patetica e grottesca, smarrita tra sbalzi polemici, malesseri autodistruttivi, provocazioni dissacranti ed atteggiamenti bruschi. Pallido ricordo di un’epoca lontana. Eppure, nonostante il bagaglio impietoso, il talento è destinato a non perdersi mai ma piuttosto a riproporsi, se possibile, sotto una nuova dimensione. Rifugiandosi nella solita grinta ed affidandosi ad una rispettabile vena creativa, ecco la costruzione di un album finalmente di livello. Affidandosi ai toni e alle linee melodiche della ballad, mai scontata ma di sicuro impatto, il tutto risulterà immediato ed efficace. Magari non propriamente esaltante come i bei tempi ma assolutamente esaustivo.
“4th And Vine”, apripista dell’album, ci avvolge in un folk effervescente con tanto di mandolino a scandire il ritmo, ma è con il singolo “The Wolf is Getting Married” che si aprono i giochi. Pop melodico, cadenza orecchiabile e ritornello efficace, formula che si ripeterà , a fortune alterne, più volte nel corso dell’album ; in particolar modo con “Old Lady” , “Back where you belong”, “Very far from home “.
“Reason with me”, però, è la vera delizia del disco. Canzone intensa ed autobiografica, fascino contagioso e magone romantico, in assoluto una delle migliori canzoni di questo 2012.
L’invettiva contro il clero in pieno stile O’Connor di “Take off your shoes” e la scarsa mordacità di “I Had a Baby” e “Queen of Denmark” concludono il percorso. Sinead O’ Connor si rifugia in nuovi spazi carichi di pathos, il disco è la visione di una ritrovata vocalità , incisiva e rispettabile. Semplicità e gusto, la leonessa irlandese è ancora in forma.