A volte ritornano, e forse non sono mai andati via. E’ proprio questa la miglior definizione per gli OFF!, gruppo che di esperienza ne ha da vendere anche se questo (omonimo) è solo il loro secondo disco. Ma se cominciamo a mettere insieme la copertina opera di un certo Raymond Pettibon con la ginnastica chitarristica di Dimitri Coats (Burning Brides), il solido basso di Steven Mac Donald (Red Kross), l’incalzante ritmo di Mario Rubacalba (Rocket From The Crypt) e gli inconfondibili fuochi artificiali vocali di Keith Morris (Black Flag, Circle Jerks) tutto diventa più chiaro.
Sedici canzoni in (circa) sedici minuti, al fulmicotone come da perfetta tradizione punk-hardcore. Bando alle ciance, che il tempo è poco dunque: “Wiped Out” mette subito le cose in chiaro, non lesinando decibel nè risparmiando ugole. Il resto del disco continua sulla stessa falsariga, giusto per non correre il rischio di essere fraintesi. “Elimination”, “Borrow And Bomb”, “King Kong Brigade” e la doppietta “Cracked”- “I Got News For You” (entrambe scritte da Morris in occasione della tentata reunion con i Black Flag nel 2003) piena di livore (definisce il clima con i suoi vecchi compari una “hardcore karaoke retirement home”) si insinuano nelle onde celebrali con la delicatezza di un carro armato, cannoni compresi. E si capisce che quel punto esclamativo che adorna le tre lettere del nome non è solo decorativo. Persino i rapporti umani, nel mondo di Keith e soci, assumono i toni assolutamente non sdolcinati di “Feelings Are Meant To Be Hurt” (che è tutto tranne che una love song, come “Harbor Freeway Blues” che di blues ha solo il nome ).
Questi insomma sono gli OFF! sotto steroidi, mai così furiosi e desiderosi di darsi da fare macinando corde, pelli e chilometri. L’aver scoperto di avere un pubblico, persone di tutte le età interessate alla loro musica gli ha fatto tremendamente bene anche se vedere ragazzini che di Morris potrebbero essere i figli minori scatenarsi al suono delle sue riconoscibilissime urla fa un po’ impressione. Ma a lui non sembra importare e gli anni che passano non riescono proprio a intaccare di un centimetro la sua credibilità di frontman selvaggio e infuocato. Quattro stelle sono d’obbligo.