Si potrebbe avvertire la sensazione di trovarsi sul binario dove ancora staziona la neo wave oramai in corsa lungo il viale del tramonto, perchè i Confield, senza temere il vento e la vertigine, sfidano le dinamiche spazio temporali del genere musicale.
Pubblicano oggi il primo album e giungono nella soundtrack della pellicola francese “17 Ragazze” insieme al contemporaneista Devendra Banhart. Tra questa rete di linee che s’intersecano si può perdere di vista la provenienza della band. La lingua inglese nasconde, all’interno di una tonalità in cui s’addensa l’ombra dei Joy Division, l’origine romana degli autori di un disco indie wave sospeso tra un tappeto di foglie illuminato dalla luna e una disturbante fossa vuota. Se i Confield fossero nati nell’Inghilterra degli Editors o nella New York degli Interpol le loro canzoni avrebbero occupato i posti più prestigiosi delle classifiche internazionali, mentre il cronotopo della narratologia musicale italiana resta sempre sbilanciato.Ma ciò non sminusce quelle forme e sostanze che rendono i Confield tra migliori esponenti del neo post-punk made in Italy.
Questo album potrebbe avere ritardo nel rewind, potrebbe essere giudicato un esercizio di stile, potrebbe non avere un senso: insinuazioni che non diminuirebbero il piacere dell’ascolto. Come ha insegnato Italo Calvino, i romanzi sono in grado di rivvolgersi senza abbattere il godimento del lettore. Quante volte tornerà la new wave, in posti e luoghi nuovi, in forme diverse? Avete mai letto “Se una notte d’inverno un viaggiatore”?
- Website
- BUY HERE
2. One Morning
3. Hydden Away
4. Resolution
5. Jungle Camp
6. Big Big Bag
7. One Room
8. Nightbus Lovers
9. No Man’s Land
10. White Ribbon