Ci sono commedie e commedie. Come ci sono romanzi e romanzi.
“Un Anno Da Leoni”, diretto da David Frankel e tratto dal libro di Mark Obmascik non è un brutto film. Non è nemmeno un film degno di nota, ma mette allegria. Sicuramente ha risollevato le sorti di un romanzo mediocre, ma non è di questo che stiamo parlando.
Stiamo parlando di Stu Preissler (Steve Martin, genio assoluto della comicità moderna), un amministratore delegato sulla soglia della pensione, insicuro e distratto, con la passione per l’ornitologia. La sua vicenda si incrocia con quelle di Brad Harris (Jack Black, genio altalenante della comicità moderna), programmatore divorziato e depresso ““ e un po’ deprimente ““ e Kenny Bostick (Owen Wilson), imprenditore edile e maniaco dei volatili, nella cornice del Big Year. Sostanzialmente un anno di caccia, in cui diversi ornitologi si sfidano ad avvistare il maggior numero di specie di uccelli del Nord America, spostandosi per il continente come schegge impazzite. Inutile dire che Kenny detiene il titolo e passa la gran parte della pellicola a difenderlo con sotterfugi e mosse per lo meno antipatiche.
Stu vede nel “Big Year” l’occasione per liberarsi di un lavoro a cui ha dedicato tutta la vita e godersi finalmente la pensione dorata, mentre Brad spera di riscattare una vita mediocre e costellata di piccoli fallimenti personali. Va da sè che i tre protagonisti impareranno qualcosa su se stessi, diventeranno amici e cambieranno la propria vita. Tutto già visto, tutto già provato. Funziona.
Sebbene l’espediente narrativo non sia tra i più originali, una nota di merito va alle ambientazioni. Una fotografia molto curata e location letteralmente mozzafiato mettono addosso un senso di tranquillità e gioia di vivere come poche cose al mondo. La ricerca dei tre protagonisti li porta a visitare gli Stati Uniti in lungo e in largo ““ ma il film è stato girato in Canada ““ e dà agli spettatori una bella panoramica sugli spazi naturali incontaminati e sugli orizzonti ampi americani.
Peccato per Steve Martin, tenuto al guinzaglio da una parte matura, che non lascia sfogo a nessun tipo di improvvisazione, e Jack Black, cementato in un sorrisetto impacciato e costretto alla parte da voce fuori campo. Di tanto in tanto appaiono Jim Parsons ““ in un paio di scene e altrettante battute non troppo incisive ““ Anjelica Huston, scorbutica portatrice di barche da pesca e Tim Blake Nelson (che fine aveva fatto?).
Non c’è più molto da dire, la pellicola scorre placida e tranquilla. Tra un mese me la sarò scordata, ma per ora ho in mente un sacco di nomi di uccelli.
“Un Anno Da Leoni” Il Trailer