Il 25 aprile del corrente anno, la Garrincha Dischi in occasione dell’anniversario della liberazione d’Italia, festeggiava aprendo il proprio catalogo a chiunque volesse scaricarlo gratis. Un’occasione ghiotta per chi è affamato di nuova musica. All’interno di questo archivio ho fatto la conoscenza di un gruppo che avevo distrattamente sentito parlare solo in qualche webzine. Nella marea di nuove uscite, quella di “Nilo”, disco d’esordio dei Chewingum, mi era proprio sfuggita. Avevo ascoltato, sempre in modo distratto, il brano “Oregon Ghiacciai”, eseguito assieme a Maria Antonietta ma non avevo approfondito il discorso, impegnato magari ad ascoltare altro. L’estate fortunatamente ti da la possibilità di avere più tempo libero, per ripescare dei dischi che avevi nel tuo archivio, ma che non avevi degnato di troppi ascolti.
Cosi col passare dei giorni, riascolto questo album, che sembra confermare il poco entusiasmo degli ascolti distratti dati nelle precedenti occasioni. Poi a poco poco qualche pezzo inizia a suscitare in me un po’ di entusiasmo. “Il Neorealismo del Lunedì” ha un sound convincente e nella sua apparente leggerezza, sfoggia riflessioni per niente banali. Diventa la canzone loop per qualche giorno nel mio lettore. Ma assieme a questo pezzo entrano tra le mie grazie “Svastiche”, la perfetta canzone di un pomeriggio d’estate, con il suo ritmo cadenzato ed il cantato trascinato. Oppure “China Metropolitana”, con i suoi motivetti orientali, che addobbano una base rap arricchita dalla presenza di Latootal. L’attacco funk di “Atlantic City” e l’occhio nostalgico de “L’Alba di Roma Est”, mi fanno convincere sempre di più che questo disco è proprio figo.
Adesso nel mio lettore non c’è più il pezzo singolo dei Chewingum, ma bensì l’intero disco a rotazione continua. Perchè effettivamente, questo melting pop di generi (indie rock, pop, funk, reggae, rap) trova in “Nilo” un suo equilibrio. Questo è disco veramente bello e sarebbe stato un peccato sia non ascoltarlo bene e sia non scrivere una recensione a riguardo.