Tante volte la musica è una questione di prospettive. Riguardo al nuovo disco dei Mystery Jets, leggo da più parti espliciti riferimenti alla tradizione folk rock americana più classica che scomodano anche mostri sacri come i Neil Young & Crazy Horses. Se da un lato è evidente una ricerca sonora che lambisce i territori più profondi della musica a stelle e strisce, d’altro canto è altrettanto palese che a certi riferimenti ci si arriva solo di rimando, giocando su atmosfere classiche e moderne allo stesso tempo. Un nome su tutti: Band Of Horses. “Radlands”, almeno in apertura sembrerebbe il perfetto punto di incontro tra l’epica folk pop della band di Seattle e le più ruvide e tradizionali soluzioni degli Heartless Bastards.
Una strada che vince e convince sin dal primo ascolto per circa tre quarti del disco. Quando i riferimenti sono quelli di cui sopra nessun problema: melodie a presa rapida e cavalcate folk rock creano un amalgama perfetto per tutte le orecchie. Il restante “quarto di disco” prende invece vie diverse, forse più banali e risulta meno a fuoco nel corpo della scaletta, annaspando un po’ nell’indie rock più banale e meno affascinante. Ad esempio, il funk di “The Hale Bop”, per quanto piacevole, sembra preso da un disco degli Scissor Sisters e a conti fatti resta un corpo estraneo all’album. Peccato forse veniale ma che riesce, seppur solo in parte, ad inficiare la qualità finale di un disco altrimenti ottimo. Una ciambella che riesce col buco, anche se non perfettamente circolare.