Nova Marie Invie ci tiene a farmi sapere che “Who Needs Who” è stato composto dopo la fine della sua relazione con Marshall LaCount, uno dei suoi musicisti. è scritto ovunque: te lo accennano in un modo un po’ complice sul sito della Melodic mentre ti invitano a ordinare il loro nuovo lavoro, lo vedi quasi in forma di avvertenza su lineofbestfit, che ti concede in esclusiva streaming del disco, lo leggi tra le righe della recensione track-by-track a cura della Invie sullo stesso sito ““ maneggiare con cura, contiene parti fragili. E così tutte le canzoni, anche quelle che forse raccontano d’altro, finiscono per parlare di rotture, desiderio, cerotti sulle ferite, oscurità e resurrezioni nell’aria. Come se, fissato un punto di arrivo, non fosse possibile leggere tutto quello che c’è stato prima se non alla luce della sua conclusione: è l’inganno delle letture a posteriori ““ tutto converge verso un punto, verso un senso che forse non avrebbe avuto.
Un breakup album non è necessariamente interessante di per sè ““ resta una fonte di fascino e curiosità , ma sono un’altra cosa. è che mi chiedo se l’unica proporzione in cui valga la pena di parlare di certe cose sia quella dell’1:1, dell’adesione totale alla trama del racconto; se gli unici pronomi da usare siano la prima e la seconda persona singolare: io, tu come reduci di un plurale, se insomma non si possano raccontare queste situazioni con un altro linguaggio, con altri nomi. Se all’orizzonte ci sono nuove isole, noi fingiamo che non esistano.
E per questo “Who Needs Who” resta sempre a qualche centimetro di distanza, come una frase intraducibile: sento che quello che mi sta dicendo è importante, urgente, ma non riesco a comprenderlo, come se fosse scritto in una lingua così personale che quasi non ha senso per chi la ascolta. è necessario, sì, ma non capiamo perchè, nè come ““ o peggio, non ci interessa farlo.
Dal punto di vista musicale, i Dark Dark Dark hanno raggiunto un buon equilibrio con il precedente “Wild Go” e qua non lo perdono neanche per un momento ““ e forse avrebbero fatto bene a farlo, almeno ogni tanto per ricordarci che questo è un altro album: “Who Needs Who” gioca su quello che sanno fare bene, la voce di Nova Marie si muove tra ballate tristi e momenti alla Regina Spektor, accompagnata da un’ottima band, con banjo, piano e fisarmoniche. Tutto giusto, ma senza grandi colpi di scena, se non nelle tracce centrali, dove spicca “How It Went Down”, già primo singolo dell’album, e nella traccia conclusiva, “The Great Mistake”, perfetta anche in un album di Feist.
C’è un’opera di Robert Montgomenry che mi è tornata in mente mentre pensavo alle proporzioni dei racconti, a quell’urgenza che ti obbliga a dire qualcosa che agli altri non possono ascoltare, al fatto che lasciare andare un dolore richiede più coraggio dell’autoindulgenza ““ per la sua personale alla Galerie Analix di Ginevra, Montgomery ha composto un’enorme scritta al led, The people you love become ghost inside of you and like this you keep them alive: un lavoro che dice qualcosa di profondamente condiviso, ma cosa accade se poi i fantasmi sono l’unica cosa di cui riusciamo a parlare? Questo è il vicolo (quasi) cieco in cui si sono bloccati i Dark Dark Dark ““ e per loro confidiamo in una Pasqua di resurrezione, di nuove esplorazioni.
- Website
- BUY HERE
2. Tell Me
3. Last Time I Saw Joe
4. Patsy Cline
5. Without You
6. How It Went Down
7. It’s A Secret
8. Hear Me
9. Meet In The Dark
10. The Great Mistake