Thony ha tutte la carte in regola per diventare la next big thing italiana e un trait d’union tra l’indie e il mainstream. E attenzione, questa non è una critica, qui ci troviamo davanti ad un disco, “Birds”, che rischia di far parlare di se, e non solo tra la critica e gli addetti ai lavori.
La ragazza (origini siculo-polacche e romana d’adozione) dopo un po’ di gavetta è riuscita a spuntare un contratto con la Sony e a pubblicare, in formato digitale ed in free download, un disco lo scorso anno, dal titolo With The Green In My Mouth. Capita che Paolo Virzì e Simone Lenzi (Virginiana Miller) si mettano alla ricerca su Myspace (retromania a breve) di una cantante/musicista che si addica ad il ruolo di protagonista per un film tratto da un libro scritto dallo stesso Lenzi: “Tutti I Santi Giorni”. E la prescelta è, indovinate un po’, proprio Thony.
“Birds” è quindi la vera e propria colonna sonora del film, di cui si fa un gran parlare in senso positivo (del resto Virzì è uno dei migliori registi in Italia e Lenzi l’autore più sottovalutato di testi del belpaese) ed accorpa al suo interno sia composizioni vecchie di Thony, provenienti anche da “With The Green In My Mouth”. Il disco mette in risalto una capacità compositiva davvero innata di Thony, per niente superficiale. Nonostante la funzione aggiuntiva di soundtrack, qui di riempitivi ce ne sono ben pochi: anche gli strumentali “Blue Wolf” o “Near To Zero” fanno la loro bella figura. Ma sopratutto ci sono Canzoni con la c maiuscola. E neanche poche. L’uno-due iniziale di “Time Speaks” e “Quick Steps” rende ben chiare le coordinate di Birds, quelle di un folk-rock che basa parecchia della propria forza sulla capacità espressiva e compositiva di Thony.I punti più alti dell’album possono benissimo essere inquadrati in “Paper Cup” (un pezzo pop quasi perfetto, che parte con una parte ritmica affidata solamente a battiti di mano e continua con un trascinante ritornello, cori e un basso che si muove fluido appena compare la batteria) e nell’improvviso accenno rock di “Sam”, che quasi soprende per quanto si distoglie dalla natura intimista di “Birds”.
I rimandi appaiono ben delineati: “Water” e “Birds” ricordano la Cat Power antecedente “The Greatest” (brutto però il finale smorzato della title track), mentre “Promises” e “Dim Light “ondeggiano tra Fiona Apple ed Adele.
Un disco che dimostra che la ragazza ne ha di potenziale: tutto sta nel vedere se il repentino successo non la trasporti verso dimore più mainstream (che purtroppo in Italia significano soprattutto scelte di produzione e marketing deprecapibili). In ogni caso, per ora, brava Thony.
2. Quick Steps
3. Flowers Blossom
4. Paper Cup
5. Promises
6. Water
7. Blue Wolf
8. Birds
9. Dim Light
10. Sam
11. Near To Zero
12. Home
13. Birds (Interlude)
14. Nyctinasty