“The Bad Ones”, o dei problemi sentimentali di una coppia che per carnevale si veste da Bonnie e Clyde.
“The Bad Ones” ““ il primo LP della band ““ è esattamente questo: un gioco di travestimenti; è l’immagine di una cantante che esce dall’ombra e si avvicina al microfono indossando il suo (unico) abito da sera, bellissimo e leggendariamente appartenuto a qualche diva di cui non si conosce che fine abbia fatto; è una fuga in un auto d’epoca dopo un furto riuscito a metà , fingendo che la polizia li stia inseguendo: we were young, it was love, dicono.

è un gioco a trasformarsi in chi si conosce poco e solo attraverso le storie e le canzoni di altre persone ““ un modo per potersi dire di più, per poter esprimere cose che direttamente non si direbbero. I Blonds dicono giochiamo a fare finta di: essere eroici, belli, passionali, criminali e pericolosi, di essere innamorati ““ e no, non stiamo giocando più (Cari Rae e Jordy Asher in effetti stanno insieme, comunque sia).

Incise sulla tomba di Bonnie, le parole As the flowers are all made sweeter / by the sunshine and the dew / so this old world is made brighter / by the lives of folks like you potrebbero essere il testo di una qualunque delle canzoni di The bad ones, un disco che parla di amori pericolosi e inventati, di lontananze e di desiderio, di biografie nascoste sotto battute di film ( did some lines of our favourite film and you said “One day I’m gonna make you mine), di una donna che chiede non di essere salvata, ma almeno di uscirne tutta intera.
Used to be one of the rotten ones and I liked you for that, potrebbe essere un’epigrafe convincente per questo album: dei BSS non c’è traccia a livello musicale, sia chiaro, ma “The Bad Ones” è un po’ un anthem for a seventeen year-old girl (and boy) con una dose non indifferente di una qualsiasi Lana del Rey.

Si parte già  con un I’m so blue/If ever I’m not with you/My heart is dangling by it’s strings/These sheets are cold, and my body is aching cuz I’m still waking up without you che lascia presagire hotel e sigarette e capelli cotonati, ma alla terza canzone, che dà  il nome al disco, la voce di Cari Rae sembra proprio quella della sua collega (ex)bionda; una vicinanza rimarcata dalla cover, brutta in verità , di “Born to die”, contenuta nel singolo di “Time” insieme a “Gun has no trigger” dei Dirty Projectors.

Nonostante questo “The Bad Ones” rientra a pieni titoli nella categoria del piacevole: il lavoro di questo duo che dalla Florida si trasferisce a Brooklyn si ascolta e si riascolta senza perdere la freschezza, la mancanza di tormento di un’età  che permette ancora di fingere senza peccare, come un trucco che si pulisce con facilità  ““ la stessa con cui si è steso. Tra qualche ora finirà  la festa, ma per adesso possiamo giocare ancora per un po’ a essere chi vogliamo.

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The Bad Ones
[ Gluck – 2012]
Similar Artist: Sures, Pale Seas, Francisco The Man
Rating:
1. Heartstrings
2. Amen
3. The Bad Ones
4. Run
5. Mr. E
6. Time
7. Falling
8. Gospel Kid
9. Magic
10. If Only
11. Locomotion