La classica pietra sopra. “Algiers” dei Calexico è una pietra sopra a tutto quello che li ha resi famosi, a tutto quello che li ha contraddistinti per anni. E’ un taglio abbastanza netto con la loro sonorità di base, quel jazz-folk alternativo un po’ roots americano e un po’ messicano. Hanno intrapreso una nuova strada, ormai anche da qualche album, facciamocene una ragione.
Hanno cambiato dimensione, ma da Tucson, Arizona non si sono mossi e l’impatto è sempre lo stesso piacevole impatto. “Algiers” è un ottimo lavoro. Può sembrare musica da camera ma non lo è. E’ un album polveroso, sognante, i brani hanno tutti una loro dimensione eppur si fondono alla perfezione, non sono mai banali, un perfetto mix di cori, voci, strumenti acustici, elettrici chitarre echeggianti. “Fortune Teller” è la ballad dell’album struggente e romantica, “Splitter” è abbordante, “Sinner in the sea” ci riporta all’orecchio i vecchi Calexico e “Para” (primo singolo dell’album) ci riporta giù dicendoci che non è così, che sono molto di più. L’atmosfera in generale forse è un po’ cupa, ma il ritmo non ci molla un momento e in crescendo ci porta ad “Algiers” pezzo strumentale che fa loro guadagnare la pagnotta, ma che personalmente trovo una mix-fusion di vari generi un po’ confusa alla “battetiamoci le mani da soli”.
Dodici tracce unite, sciolte e nominate come il quartiere francese di New Orleans, “Algiers”. Dodici pezzi che ci fanno ricordare quanto i Calexico furono decisivi ad inizio millennio, quando ci stavamo addormentando al ritmo del solito rockettino da cd sono arrivati e ci hanno dato il loro roots-rock postmoderno facendoci capire che non stava finendo niente, come un “On the Road” dei giorni d’oggi. Che vogliano farlo ogni 10 anni?
- Website
- BUY HERE
2. Splitter
3. Sinner in the sea
4. Fortune teller
5. Para
6. Algiers
7. Maybe on monday
8. Puerto
9. Better and better
10. No te vayas
11. Hush
12. Solstice of a vanishing mind
Ascolta “Para” & “Splitter”