Una biografia non ufficiale dei nati prima del 1989. Dopo quella data nel mondo nerd cambieranno molte cose, ma parlare di prima del 1989 equivale a parlare di Berlino prima della caduta del muro. Il vintage è nato nel 1989. Oggi i videogames, i film e la musica di quegli anni stanno attraversando una seconda primavera, ma all’epoca erano tutto ciò su cui si poteva contare. Film come “Star Wars”, la trilogia di “Ritorno al Futuro”, le consolle Atari, il Commodore e i primi PC con sfondo nero e verde, la musica dei Rush, le serie TV, Dungeon & Dragons… il mondo degli anni ’80 è l’ambientazione di “Player One”, romanzo vintage e romantico nonchè esordio di Ernest Cline, un tizio che oltre ad avere una DeLorean (vera) in garage, ha appena scritto la nuova bibbia per i club antristi di tutto il pianeta. Una “geek-pedia” da fare invidia alla vera Wikipedia. Ottimo debutto, ce ne siamo accorti noi e se ne è accorta anche la Warner Bros., detentrice dei diritti per un’eventuale trasposizione cinematografica.
A prima vista appare come un tomo scoraggiante”“ 630 pagine spaventano”“ ma la composizione in brevi capitoli più una breve introduzione spinge a provare. Lo stile è diretto, veloce e nonostante lo slang geek è assolutamente comprensibile a tutti. Andiamo coi dettagli. E’ il 2044 e il mondo è letteralmente una merda. Ciò che ci viene descritto è l’ambientazione del futuro di quasi tutti i film fantascientifici usciti in quegli anni. Ci sono i buoni, i cattivi e nient’altro nel mezzo. I buoni sono dei ragazzini che sfruttano la realtà virtuale di un videogame globale (Sims, W.o.W) per salvare la loro esistenza dalle grinfie di una multinazionale senza cuore. Lo scopo è una corsa verso un Easter Egg che farà ottenere al vincitore l’eredità del creatore di OASIS, il videogames virale e globale di cui sopra.
Quest’uomo, Donovan Hallyday, è un misto tra Steve Jobs, Howard Hughes e Gary Gigax, in pratica un genio visionario. L’idea di fondo è quella di “Tutti gli uomini del deficiente” film italiano di una manciata d’anni fa in cui il riccone muore e tutti partecipano alla caccia al tesoro per diventare milionari, ma qua non si ride più di tanto. I nostri eroi partecipano non solo per la ricompensa materiale ma anche per impedire che la realtà venga invasa dalla pubblicità , le multinazionali e non per ultimo dalla categorizzazione per classi.
Il punto forte di “Player One” non sono le centinaia di citazioni nostalgiche in ogni capitolo, nè il fatto che si parli di film e giochi della nostra infanzia, ma come il tutto viene amalgamato nella stessa pagina; 20 anni di videogames, film, musica e libri entrano a far parte della stessa massa, uniforme e perfettamente sensata. Pensate ai Goonies che vivono nel mondo di Dungeon & Dragons con i Rush in sottofondo, ci siete? L’ultima parte del libro forse perde un po’ del vigore iniziale e il lettore a sua volta perde un po’ di entusiasmo. La conclusione è il vero punto debole di questo libro. Non so spiegare il perchè dato che c’è tutto: la soluzione agli enigmi, l’amore, l’amicizia, la perdita e il lieto fine. Forse da uno che se ne va in giro in una DeLorean ci si aspettava un finale più avventuroso, più simile a “Blade Runner” che a “Casa Keaton”.
Player One
Voto: 7,5
Autore: Ernest Cline
Pagine: 632
ISBN 978-0307887436
Data di pubblicazione: 16 agosto 2011
Editore: ISBN EDIZIONI