Quando negli Stati Uniti sono con le braccia infilate nel tacchino fino al gomito, intenti a farcirlo per il cenone del Giorno del Ringraziamento, i Wild Nothing si presentano al Circolo degli Artisti per la loro prima data di questo breve passaggio in Italia.

Presentano “Nocturne” che, dopo l’acclamatissimo “Gemini”, li avrebbe dovuti lanciare nell’Olimpo del dream pop e che invece zoppica un pò, non soddisfacendo totalmente le aspettative.
Il compito di creare l’atmosfera è affidato ai The Wave Pictures. Il trio originario del Leicestershire, grazie alle sue canzoni immediate, coinvolge e scalda da subito il clima. Rock, folk e pop; c’è tutto nei The Wave Pictures, ma soprattutto un songwriting ricercato, raffinato e spesso ironico che li ha portati anche a collaborazioni con artisti del calibro di Darren Hayman (former Hefner), Daniel Johnston e John Darnielle (Mountain Goats). L’apice del breve set viene raggiunto con la dolcissima e straziante “Sleepy Eye” dove il batterista Jonny Helm prende il posto di David Tattersall alla voce regalando una parentesi di spessore.

Le luci calano, diventano viola, poi blu, il fumo esce e Jack Tatum & Co. si materializzano sul palco ed impostano il loro muro di suono etereo, leggero, quasi impalpabile che si fonde con il fumo, dandogli vita e consistenza.
Sguardi seri, poche emozioni trapelano: sembrano essere rimasti sulle nuvole del video di “Paradise” dove Tatum cerca di portare tutti, con le atmosfere rarefatte che hanno contraddistinto “Gemini” e che continuano ad essere l’elemento portante di “Nocturne”.

Il ritmo inizia sostenuto e groovy; “Shadow”, “Confirmation”, “Counting Days” ed i Wild Nothing intrappolano i presenti nella loro ragnatela. Suonano perfettamente un set che si addentra in egual misura nei due album; l’amplificazione li valorizza, le tastiere sospingono le canzoni e la differenza tra album e live è spesso impercettibile.
I Wild Nothing però suonano e basta. Jack Tatum non è proprio un chiaccherone e quando tenta di creare un contatto con il pubblico durante il tuning della chitarra, sembra impacciato e alla fine si incastra da solo in un discorso insulso sui cenoni americani del giorno del ringraziamento.
Con “Only Heater” si piomba poi in sonorità  che avvicinano le melodie di Tatum, soprattutto nel ritornello, a quelle dei Jesus and Mary Chain per gettarsi poi con “Chinatown” nelle braccia dei momenti più solari di Morrissey.
Passata la metà  del live sembra però prevalere l’assuefazione al muro di nebbia creato e lo show stalla senza colpi di coda importanti tranne l’ultimo singolo, “Paradise”, che scuote facendo ballare ancora le teste di un circolo quasi pieno.

I Wild Nothing dal vivo sono impeccabili, supportati soprattutto dalla soave e vellutata voce di Tatum che accarezza il microfono. L’impressione è però che manchino di una certa dose di coinvolgimento col pubblico e se vogliamo fare un appunto forse è proprio questo: i ragazzi di Blacksburg – Virginia hanno ancora qualcosa da imparare nelle performance live.

Setlist
SHADOW
CONFIRMATION
COUNTING DAYS
GOLDEN HAZE
ONLY HEATHER
CHINATOWN
NOCTURNE
THIS CHAIN WON’T BREAK
LIVE IN DREAMS
RHEYA
GEMINI
THE BLUE DRESS
PARADISE

–encore–
OUR COMPOSITION BOOK
SUMMER HOLIDAY

Credit Foto: Emilywaf / CC BY-SA