Il 2012 è stato un’ottima annata per le serie TV, in particolare quelle che si sono rinnovate. “Homeland” le ha sbaragliate tutte e non era facile prevederlo dopo la prima stagione che lasciava stecchiti e a bocca aperta. Una seconda stagione in cui le carte in tavola si conoscono tutte eppure il gioco diventa ancora più oscuro e spietato: chi è cosa? dove sono i buoni e dove i cattivi? ma più di tutto, ha senso parlare di torto o ragione? Il pregio maggiore della serie ideata da Gideon Raff è quello di mostrare al pubblico come una verità assoluta non esista, per questo ognuno è disposto ad uccidere pur di far valere la propria.
Una serie televisiva che colpisce tutti i nervi scoperti della civiltà occidentale, con un’eleganza e una ferocia che non hanno eguali in nessun altro prodotto sulla piazza. Arriverà il momento che pure “Homeland” mostrerà la corda, ma non oggi. Oggi serve aver seguito le vicende di Carrie Mathison e Nicholas Brody e di tutti gli altri personaggi della serie, tutti essenziali e interpretati magistralmente da un cast in evidente stato di grazia. Serve per ricordare cosa sono stati questi primi anni del nuovo millennio.
La seconda stagione della serie televisiva de “Il Trono Di Spade” ripercorre le vicende narrate all’interno di “Il Regno Dei Lupi” (2001) e “La Regina Di Draghi” (2001) di George R. R. Martin. Trasmessi in Italia da Sky Cinema 1, dieci episodi di ottima fattura hanno di fatto consolidato lo zoccolo duro dei fan e attirato irrimediabilmente numerosi neofiti e semplici curiosi per una trama mai banale e ricca di colpi di scena. Supportato dal nuovo Primo Cavaliere Tyrion Lannister, il giovane re Joffrey Baratheon ha non poche difficoltà nel governare dall’alto dell’ambito trono di spade. Balon Greyjoy intanto conquista Grande Inverno e mette in fuga Bran e Rickon Stark, laddove il fratellastro Jon Snow e i Guardiani della Notte si preparano all’avvento di risvegliate e pericolose forze oscure. Al di là del Mare Stretto, la principessa decaduta Daenerys Targaryen troverà rifugio nella città libera di Pentos e cercherà di mettere insieme un esercito per riappropriarsi con la forza del dominio che la sua casata deteneva un tempo.
In conclusione, nei Sette Regni la guerra imperversa, gli intrighi di corte sono all’ordine del giorno e il finale di stagione introduce i tanto attesi eventi soprannaturali derivanti dall’arrivo di un lungo inverno. Resistere al fascino esercitato dalle location ““ Irlanda del Nord, Malta, Marocco, Scozia ““ e dai ben caratterizzati personaggi è davvero difficile e l’attesa di scoprire quali sorprese riserverà la terza stagione, in programma per la primavera 2013 e le cui riprese sono state ultimate meno di un mese fa, cresce sempre di più.
Probabilmente la quinta stagione di “Mad Men”, oltre a essere la migliore della serie, è anche la cosa più vicina a un romanzo che abbiamo «letto » quest’anno (un 2012 letterario dominato da altre cose, ma per questo rimandiamo all’apposita classifica di IFB).
Senza rinverdire una polemica o un clichè che ci portiamo appresso da tempo sul rapporto tra romanzo (borghese) e serie tv, è innegabile che la qualità di Mad Men coincide proprio con la sua mimesi con certe pagine di Cheever o Updike. Basta un episodio a spiegarlo, “Signal 30”, un vero capolavoro di scrittura costruito attorno a Pete Campbell, a nostro avviso il vero personaggio tragico e protagonista della stagione (sì, più di un bolso Don Draper). Una delle cose migliori di “Mad Men” è che a volte fa coincidere la bellezza con la nausea, e quest’anno lo ha fatto magistralmente.
Frutto della mente di Aaron Sorkin, scrittore di serie TV e film che sono già storia (“The West Wing”, “The Social Network” ma pure “Studio 60 on the Sunset Strip”, serie pregiata quanto sfortunata, per palati finissimi, lo stesso discorso si potrebbe fare per “La guerra di Charlie Wilson”), “Newsroom” ha debuttato il 24 giugno 2012 su HBO, ad oggi non è stata trasmessa in Italia ma di certo questa precisazione non ha alcun valore.
Protagonista assoluto della serie è l’anchorman televisivo Will McAvoy (interpretato da uno strepitoso Jeff Daniels che i più accorti ricorderanno, meraviglioso, in “Scemo e più scemo”), uomo di successo, repubblicano scettico che si ritrova alle prese con un terremoto in redazione e un altro personale, per tacere di quello che gli combina la sua America. Tra ammutinamenti, proprietari assetati di sangue, amori che vanno e vengono, scene madri e lezioni di giornalismo cristallino, seguiremo le evoluzioni di “News Night”, il programma di informazione che tutti vorremmo vedere, o forse no. “Newsroom” è una serie difficile, in pieno stile Sorkin, che unisce tematiche socio-politiche alte a intrecci tra personaggi piuttosto semplici, per non dire banali, piccoli e grandi intrighi, piccole e grandi mediocrità , cospirazioni, raggiri e palate di etica zuccherina, il tutto all’insegna di dialoghi travolgenti. Paradigmatica la scena, già ricordata su IFB, corredata da “Fix You” dei Coldplay, dunque una serie TV (per la quale va sempre tenuta presente la collocazione estiva) che amerete o che non sopporterete, a volte le due cose insieme come avviene nelle migliori storie d’amore. Cast che unisce stelle ingiustamente dimenticate (c’è Jane Fonda in forma smagliante) a nuovi volti che faranno certamente strada. Da non perdere.
Era difficile immaginare cosa sarebbe potuto succedere dopo una quarta stagione meravigliosa che era finita col “botto”. Per il finale hanno deciso di spezzare in due tronconi di otto episodi ciascuno l’ultima stagione. Giusto il tempo di farci venire fame e lasciarci a bocca asciutta. Qualità sopraffina, evoluzione della storia che si prende il proprio tempo e interpretazioni magistrali non vengono meno.
Ci mancherà quando tutto sarà finito, ci mancherà dannatamente. Un prodotto memorabile che segnerà la storia dei serial televisivi. Diventerà un termine di paragone, ne siamo certi.
Grandi nodi che vengono al pettine in quel di Charming, la devozione al club è un prezzo molto salato da pagare. La quinta stagione di “Sons of Anarchy” è la più bella ma anche la più dura. Una saga che raggiunge il proprio climax anno dopo anno e non smette di lasciare incollati allo schermo.
In attesa di quella che dovrebbe essere la stagione finale, i tredici episodi da poco andati in onda confermano una volta ancora la bravura di Kurt Sutter nel saper costruire intrecci e personaggi senza cedere al colpo di scena forzato. Capolavoro di equilibrio, azione e consistenza della trama.
Difficile capire il motivo della cancellazione di una serie di grande qualità come “The Killing”. C’è anche da dire che con la seconda stagione il finale definitivo c’è e possiamo anche accontentarci.
Piogge perenni, personaggi al limite del collasso ed un intreccio che in qualche modo richiama quello di “Twin Peaks”, ma senza derive psichedeliche. Seconda stagione che chiude il cerchio e conferma la grande qualità di un prodotto forse troppo sottovalutato dal pubblico.
Di indiscutibile successo di pubblico, “The Walking Dead” vive il contrasto di una seconda stagione discutibile e una terza stagione, o almeno la metà che è andata in onda, decisamente in ripresa. Lasciate da parte le noiose dinamiche da “Casa nella prateria” è l’azione a farla da padrona, con ritmi serrati e nuovi personaggi molto interessanti.
I dialoghi lasciano sempre un poco a desiderare, ma il risultato finale è sempre piacevole e divertente. Gli zombie restano sempre un grande classico intramontabile dell’azione su schermo.
Sublime, geniale, emozionante. Sono solo tre dei tanti aggettivi che potremmo associare alla seconda stagione di “Sherlock”, miniserie tv britannica che ha svelato al mondo il talento di Benedict Cumberbatch, per il quale sembra tagliato su misura il personaggio tratto dalle opere di Arthur Conan Doyle, ambientato però nella Londra contemporanea.
Qualità altissima per i tre episodi andati in onda quest’anno che hanno lasciato a bocca aperta per un finale clamoroso. L’attesa per la terza stagione, confermata per la fine del 2013, resta altissima.
Nel genere comedy “Modern Family” è quella che ad oggi conserva maggiore freschezza, probabilmente per le dinamiche più varie dei propri personaggi rispetto alle concorrenti.
Nessuno sconvolgimento nella trama ed è un bene, troviamo la famiglia in grande spolvero alle prese con se stessa come sempre. Un’idea che sembra poter durare a lungo senza stancare, che rinuncia alle risate fuori campo in favore dello stile da “finto documentario” girato con steady cam. Una bella invenzione.
E’ il seguito della miniserie “I Pilastri Della Terra” (2010) ed è parimenti tratta dall’omonimo romanzo di Ken Follet. Ambientata in Inghilterra nel XIV secolo, quindi oltre centocinquanta anni dopo le vicende de “I Pilastri Della Terra”, “Mondo Senza Fine” segue la vita dei cittadini di Kingsbridge nel periodo in cui Edoardo III avvia la Guerra dei Cent’Anni contro la Francia e la peste nera si impone come un vero e proprio flagello per l’Europa intera.
Trasmessa da Sky Cinema 1 dall’11 novembre al 2 dicembre, la miniserie ““ in quattro puntate estremamente avvincenti e fin troppo ricche di avvenimenti ““ si è distinta per i suoi paesaggi incontaminati, le grandi architetture di scena e i talvolta sorprendenti intrecci tra i protagonisti di qualunque rango, perennemente in bilico tra una spiritualità che fatica a imporsi, le insidie dei potenti, la stregoneria e l’incertezza continua della sopravvivenza della cittadina.
Contributors: Enrico Amendola, Gianluca Ciucci, Claudia Durastanti, Marco Ferretti