Il pregiudizio è un lusso che pochissimi possono permettersi, nessuno di coloro i quali ne fanno largo uso.

Il sacrosanto pregiudizio direbbe che non ha alcun senso non soltanto recensire ma pure pubblicare, che dico concepire, un album punk oltrepassati i cinquant’anni; che è una truffa, uno schiaffo al durismo e purismo portare avanti una carriera trentennale in un genere che aveva nel suo manifesto il verbo del vivi veloce e muori giovane. Il pregiudizio unito alla consapevolezza che il punk è stato il più grande inganno della storia della musica, più della carriera dei Muse (“eh…già !”), farebbe a pezzi “True North” e deplorerebbe i Bad Religion che, perdinci, hanno una storia purissima alle spalle.

Poi c’è questa nuova tendenza, molto in voga tra i giovani e giovanilisti à  la page, quella di tirare fuori dagli scatoloni le vecchie magliette dei padri, degli zii, dei fratelloni, quelle un po’ lise e stinte ma con sopra simboloni una volta pacchiani, oggi terribilmente pop, da mettere sotto una giacca da smoking. La stessa tendenza che non si accontenta più delle ristampe, vuole le reunion, vuole sentire i vecchi dischi risuonati dal vivo e vuole del “nuovo materiale”.

Personalmente da anni ho abbandonato l’idea del mondo dei mini pony, nel quale i cinquantenni buoni padri di famiglia iniziavano a fumare la pipa e a mettere su un bel disco di classica (i più peperini apprezzavano Ravel) e mi sono arreso ai giubbotti di pelle e alle stinte magliette degli Ac-Dc, gonfie di abbacchio più che di whisky. Grazie Nick Hornby (però vorrei ricordare che John Cusack ai tempi di “High Fidelity” aveva 34 anni) per lo splendido regalo. Io non me lo posso permettere ma il pregiudizio vince ancora perchè “True North” è un disco di una banalità  inqiuetante, come inquietanti sono le foto promozionali del disco, in cui vedi a caratteri cubitali espresso il pensiero: Non me ne faccio una ragione, non dei musicisti che sono un bel prodotto (seppure non proprio fresco) da vendere su un mercato che c’è e non schioda, ma di coloro che continuano a perpetuare tale mercato di carne morta. Avendo ricevuto risposta quando mi chiesi a chi diavolo potesse interessare un disco-clichè esattamente come questo, passo direttamente al secondo punto: un disco di punkettino melodico e trito, incapace persino di essere brutto, per gente che non ha rispetto di sè.

True North
[ Epitaph – 2013 ]
Similar Artist: Nofx, Pennywise, Millencolin, Green Day
Rating:
1. True North
2. Past is Dead
3. Robin Hood in Reverse
4. Land of Endless Greed
5. Fuck You
6. Dharma and theBomb
7. Hello Cruel World
8. Vanity
9. In Their Hearts is Right
10. Crisis Time
11. Dept. of False Hope
12. Nothing to Dismay
13. Popular Consensus
14.My Head is Full of Ghosts
15. The Island
16. Changing Tide