Non si fermano più, i The Men. Da quando sono nati nel 2008 hanno pubblicato praticamente un album all’anno, puntuali e precisi come un orologio. Cambiando pelle come un serpente e riuscendo comunque a rimanere riconoscibili. Progressi continui per il quintetto di Brooklyn, passato dal noise puro e casinista di “Immaculada” alla no wave con sfumature new wave di “Leave Home”, al rock punkeggiante di “Open Your Heart”. E in “New Moon” l’evoluzione può dirsi completa. Oggi sono una alt rock band (con l’accento su rock) in possesso di tutti i requisiti del caso, però le cose ci tengono sempre a farle a modo loro.
Ascoltare Mark Perro, Nick Chiericcozzi, Rich Samis, i nuovi arrivati Kevin Faulkner (lap steel) e Ben Greenberg (nella doppia veste di produttore e bassista) stando seduti è impossibile, oggi come qualche anno fa. Stessi ritmi che non si dimenticano, stessa batteria potente unita a un amore tutto nuovo per sfornare melodie e testi da sicuro sing along (il singolo “Electric” ne è una prova). E solita passione per confondere, spiazzare con quella “Open The Door” che apre il disco a suon di piano, accattivanti armonie e chitarre acustiche dal gusto estivo-poppeggiante. Certo, l’avevano già fatto in precedenza con “Candy” quindi non è una vera sorpresa, però viene da chiedersi lo stesso: che succede, sono proprio loro o ho sbagliato album? Una sensazione che dura anche durante la seguente, orecchiabilissima, “Half Angel Half Light” ma viene presto spazzata via dalla folle armonica di “Without A Face” e dal muro di suono che riveste “The Brass”. Non sono impazziti i The Men, sono diventati consapevoli dei propri mezzi. Non si lanciano più allo sbaraglio nelle folli e gustose orge di granitico rumore degli esordi (che comunque non dimenticano, anzi esaltano nella conclusiva “Supemoon”). Hanno imparato a dosare con cura vari elementi, a padroneggiare diverse sonorità , a fare l’occhiolino alle radio scrivendo pezzi come “The Seeds”, “High And Lonesome”, “Birdsong”, senza dimenticare una “I Saw Her Face” che, nel suo piccolo, deve molto a Neil Young. Soprattutto, ora sanno come mettere insieme mille influenze diverse e riescono a farlo bene, trovando l’equilibrio perfetto in “Freaky” e “I See No One”.
“New Moon” è senz’ombra di dubbio l’album più accessibile e variegato dei The Men. Un disco pensato e creato per accontentare tutti, cosa che può piacere o meno, ma per una volta non è un difetto anzi un pregio di cui i cinque ragazzacci possono andare orgogliosi.