A circa un anno dall’ultima apparizione, da quell’ep dedicato ad un ragazzo “mezzo-italiano” di nome Paolo, Mark Hamilton e la sua creatura Woodpigeon tornano sulle scene. Lo fanno con “Thumbtacks + Glue”, un disco nato, come detto dallo stesso Mark in un’intervista rilasciata proprio ad Indie For Bunnies, nel contesto di un modus operandi più libero rispetto alle passate fatiche.
C’è molto amore, inteso come tema portante delle liriche, in quest’album. Amore non corrisposto (I’m howling like the train / But you’re not listening canta Mark nell’iniziale “The Saddest Music In The World”) e amore in nome del quale si cerca di superare le incomprensioni e di ricucire I rapporti (I’ll see your side, for a time, da “Emotorik”), perchè si sa bene che Thumbtacks and glue / They don’t hold me to you.
E anche quando il punto focale dell’argomento sembra essere la morte, come nella storia vagamente macabra dipinta sull’impianto classicamente folk-pop di “As Read in the Pine Bluff Commercial”, il nobil sentimento si scopre essere sempre il movente (We know all he want this sunday was To be with her another minute or two).
A far guadagnare il favore dell’ascoltatore, tuttavia, è l’arrangiamento dei dieci pezzi in scaletta: tra intimismi (“As Read in the Pine Bluff Commercial”) e progressioni, confessioni solitarie e backing vocals spesso anche nell’arco della stessa canzone (ancora “The Saddest Music”…”, la ben riuscita “Hermit” con tanto di brass iniziale, slancio epico e coro da Chiesa finale) e qualche abrasione meno a fuoco (“Children Should Be Seen and Not Heard”) l’ensemble capitanato da Hamilton si conferma come uno dei più accurati in circolazione. L’episodio migliore forse è il simil inno “Little Wings”, arricchito da una soave voce femminile e con un ritornello che è tutto un programma (Love causes pain, but it comes over me, it falls on me).
Quest’album fotografa perfettamente la situazione emozionale di speranza, disillusione, pigrizia ed allo stesso tempo euforia che si respira allo sbocciare della primavera, quando gli studenti (scolari o universitari che siano) iniziano a godersi un pomeriggio al parco e tirano il fiato prima dello sprint finale. Un album arioso, il solito buon album di Mark e soci, cui tuttavia manca il vero guizzo (forse troppo guanto di seta) per guadagnarsi le quattro stellette.