Santiago del Cile. 4 ragazzi. I poster di Can, NEU! e Hawkwind che campeggiano sulle pareti.
Una “Proud Evolution” dei Liars, il cui cantato sembra aver profondamente ispirato e marchiato quello che si dipana nelle cinque tracce cosmiche di un debutto sulla lunga distanza intitolato ingannevolmente “II”, mandata in loop con il quartetto pronto a inserire i plug.
Grande sorpresa questi Follakzoid, che portano il kraut e il cosmic rock in mezzo a peperoncini psichedelici e cactus come se nulla fosse. Che attraversano il cosmo (copertina azzeccatissima) con le loro architetture ondivaghe (del combo fa parte anche un architetto) partendo da casa, saccheggiando e predando in Teutonia (si ascolti il motorik della premiata ditta Rother–Dillinger dell’incipit “9”) per poi tornare alla base.
Ecco allora che il risultato è sì un rock a primo ascolto germanico, glaciale, spaziale, quello che gli inglesi chiamano appunto kraut, eppure ci senti dentro il retrogusto piccante di chitarre che iniziano a surriscaldarsi un po’ più del dovuto, sotto il laser dei synth (esemplificativa “Rivers”) o perchè se vuoi scorazzare nello spazio con lo sticker di “Tago Mago” su cui ci hai scritto “NEU!2” col pennarello indelebile attaccato sul fianco della navicella, il motore un po’ devi spingerlo (“Trees”). Una volta persa la gravità , tocca all’ipnosi circolare di stampo Moon Duo fare il suo corso (“99”). E poi di nuovo trance kosmische in crescendo ancora di marca NEU! su tappeto sintetico Tangerine Dream, che stavolta la gravità la fa lentamente riacquistare, con il termometro che cresce man mano che le Ande cominciano a scorgersi e la terra si fa di nuovo a portata di suola.
La globalizzazione fa anche questo: portare il kraut sulle rive del Mapocho, e ovviamente farlo rimbalzare nelle nostre orecchie dopo aver schivato meteoriti e comete. Uno dei migliori lavori kraut degli ultimi anni, nonchè uno dei più ispirati di questo stupefacente inizio 2013.
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2. Rivers
3. Trees
4. 99
5. Pulsar
Ascolta “Rio”