Forse sbaglio, ma ho l’impressione che in questo primo scorcio di 2013 varie realtà italiane abbiano saputo porsi intelligentemente al confine tra rock (o, più generalmente, musica strumentale) ed elettronica come non accadeva da tempo, riuscendo a mixare suoni del presente provenienti dalle più disparate origini: gli esordi di Andrea Nardinocchi e Niagara, la seconda fatica dei talentuosi e chiacchierati Dumbo Gets Mad, il nuovissimo ep solista del friulano Mole, tutte opere che raccontano l’incerto territorio in cui si scontrano stili differenti con uno sguardo assai attento alla contemporaneità internazionale.
Si aggiunge a questo insieme di lavori notevoli anche il debutto, edito dalla benemerita etichetta toscana Black Candy Records, dei Platonick Dive: il trio livornese è autore di un sofisticato post-rock capace d’infettarsi con battiti elettronici ben memori delle lezioni glitch e wonky. Sentori bucolici lasciano spazio a delicate architetture synthetiche, oscure trame di chitarra s’abbandonano a liquide infiltrazioni digitali.
Queste le coordinate di un album che, nelle nove tracce da cui è composto, difficilmente annoia o delude: anzi stabilisce uno standard qualitativo piuttosto alto e lo mantiene per tutti i quaranta minuti abbondanti della sua dorata, azzeccando anche qualche perla decisamente luminosa (le due parti di “The Time To Turn Off Your Mind”, l’iniziale “Meet Me In The Forest” e la conclusiva “Moscova Jazzcore”, il dittico “Wall Gazing” e “Lovely Violated Innocence”).
Giovani e già assai promettenti, i Platonick Dive stupiscono con un esordio che sa gestire materie diverse e quasi opposte con grande gusto e altrettanta maestria: non stupisce dunque che “Therapeutic Portrait” stia già raccogliendo meritati spazi oltre i confini nazionali.
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2. Youth
3. Soundproof Cabinet
4. Trae
5. Wall Gazing
6. Lovely Violated Innocence
7. The Time To Turn Off Your Mind (Part One)
8. The Time To Turn Off Your Mind (Part Two)
9. Outro – Moscova Jazzcore