Più che uno stupendo disco, uno straordinario “boccone”di Micropunte e Black Star ingollate con la furia rallentata di un bardo Ginsberghiano declamato negli anni zero della nostra attuale vicissitudine. I texani The Black Angels con “Indigo Meadow” si prendono la briga di andare a zonzo “negli anni” con un grande apparecchiatura sonora, un perfetto mixer frullato di alternative, spigoli post-punk e un talentuoso trespass psichedelico che li fa intaccare ““ con una buona dose di divine scorie ““ l’estetica stordente e diafana di un acido sonoro figlio delle meglio trasgressioni epocali.
Lontani Jefferson Starship, 13th Floor Elevator e la sarabanda psicotropa delle dune della West Coast “Evil things”, “Holland”, “The day” fanno da sottofondo ad una buona parte del registrato mentre una seconda va a ritagliarsi pezzi d’ombra post-punkyes “I hear color”, “Always maybe” in modo che le influenze non si facciano la guerra e la corrosione d’ascolto risulti ad ogni modo ottimale e felice, come del resto rimane; i Black Angels vogliono riferisi al presente con le distrazioni psich di ieri, un disco che ammette brividi e gemme di gusto autoctone ed importate, una tracklist ricca di episodi che montano interesse e che particolarizzano una forma di musica versatile quanto incredibile. Per intenderci meglio se prendiamo in considerazione le atmosfere che la band americana suggestiona e canta, l’espansione dei suoni e delle liriche è solo frutto di una estetica senza tempo, un flusso senza retorica che arriva e va oltre le frontiere e che porta alla luce vibrazioni mai sopite, addormentate.
Il precedente “Phosphene Dream” aveva già l’incipit corale di una grande band, ora la conferma è strettamente forte, nessun inciampo nè doppioni, un disco da brividi lungo la schiena al passaggio elettrico di “Don’t play with guns”, sopra le incursioni garage di “Broken soldier” o dietro il gattonare allucinato di “Black isn’t black”, un ricordo vagamente rianimato e riattualizzato, un disco che per contenuti e modalità riporta alle registrazioni sul campo illuminato di molti maestri d’un tempo e li trasferisce in questa temporalità . E tutto questo è solo il minimo indispensabile che si possa dire per esaltare questo lavoro e dichiararlo LSD(isarmante).