Xenia Rubinos
Magic Trix

Incredibile ma vero: Xenia Rubinos è riuscita a riportare il sole qui nel Sud dell’Inghilterra. Con il suo ibrido esotico di rock e pop, “Magic Trix” unisce i nostrani Honeybird and the Birdies e il loro spirito folk sperimentale, l’energia punk carioca delle Las Kellies, l’elettronica vagamente giocosa del Bearsuit e come ciliegina sulla torta il rap del Go! Team. “Magix Trix” è un disco che si evolve brano dopo brano, se non all’interno delle canzoni stesse, mescolando influenze con la freschezza tipica di una vera e propria macedonia di suoni. I controcanti si alternano ad uno spoken a cavallo tra hip hop e punk (“Ultima”), in un mix che risulta, inaspettatamente, danzereccio e dai risvolti di stampo math-pop. Non sarà  l’ultimo richiamo ad una sperimentazione musicale di impianto math (vedasi brani come “Whirl ­wind” o I Like Being Alone”): frammenti e dissonanze strumentali sono solo parte della componente sperimentale, dove la voce si frammenta,   riducendosi a vocali e pattern ripetuti meccanicamente. Non lasciatevi ingannare da questa prima presentazione, in quanto se gli strumenti seguono perfettamente l’impostazione dei brani, è la voce l’elemento più mutevole, in grado di forte intensità  emotiva unica del soul (“Cherry Tree”, “When you Come”), e il combat rock (ibrido di reggae e punk) dei Clash, con brani come “Pan y Cafè”, impostati unicamente sulla ripetizione delle due parole, quasi ad enfatizzare l’effetto della caffeina sull’andamento del brano.

Oltre al già  menzionato “Pan y Cafè”, in brani come “Los Mangopaunos” i colori della musica carioca, la velocità  del punk e la cadenza hip-hop si incontrano di nuovo in un continuo altalenarsi tra un genere e l’altro, sempre con estrema naturalezza. Spumeggiante e intrigante, “Magic Trix” sfugge ad ogni possibile incapsulazione, scorrendo libero nella sua unicità  – in attesa che torni la pioggia, godiamoci questi attimi di sole.