Ad essere onesto dopo il debutto “Peaceful, The World Lays Me Down” e nello specifico dopo la fortunata “5 Years Time”, dai Noah and the Whale ne ho volutamente preso le distanza, quindi sono incuriosito da quale sarà la mia personale reazione a questo ascolto, quando nel frattempo sotto i ponti di album ne sono passati altri due (in realtà ascoltati entrambi, con scarsi risultati riassumibili in una parola: indifferenza) e quindi l’agognata maturità artistica dovrebbe essere stata definitivamente raggiunta.
Considerata la mia fatica ad assimilare qualsiasi prodotto musicale che abbia il retrogusto pop-tendenzialmente-ammicante-al-passaggio-radiofonico questo “Heart of Nowhere” così a primo acchito non dovrebbe trovare troppe difficoltà a finire nella sezione ‘dischi da dimenticare’. E, via il dente via il dolore, così sarà .
Delle dieci tracce che vanno a comporre il quarto album in studio della compagine londinese, poche in definitiva riescono ad attivare qualcosa che renda appetibile l’ascolto. Saranno forse i beat che strizzano l’occhio a certi anni ’80 (quelli di plastica, quelli dancerecci che ritroviamo nelle varie “There Will Come a Time” o “Lifetime”) a rendere tanto complicato, a tratti impossibile, ogni tentativo di avvicinarsi e tentare di capire il suono, e il mondo, dei NatW. Così mi chiedo che senso abbia un assolo di chitarra talmente ‘cafone’ sguinzagliato nel mezzo dell’ammiccante Killersiana “All Through the Night”, o quei ritmi cavalcanti alla Bruce Springsteen (vedi “Silver and Gold”) quando non si ha nemmeno il dieci percento della grinta di quest’ultimo che quantomeno potrebbe tornare utile per scuotere, prendendolo per il colletto, un ascoltatore presumibilmente annoiato. E se si volesse provare a salvare il salvabile? Ok, proviamoci, ma a parte la lenta “One More Light”, perfetta per accompagnare i lenti (balli si intende) spacca-cuore delle (strazianti) feste di fine anno scolastico, il resto finisce dritto nel dimenticatoio.
Ecco quindi che i Noah and the Whale restano per il sottoscritto ciò che sono sempre stati a partire dal disco immediatamente successivo al sopracitato “Peaceful, The World Lays Me Down”: un gruppo ‘impalpabile’, che giunto al quarto album, difficilmente avrà altro da dire e dimostrare. E questo ultimo capitolo ne è la definitiva conferma.
2. Heart of Nowhere
3. All Through the Night
4. Lifetime
5. Silver and Gold
6. One More Night
7. Still After All These Years
8. There Will Come a Time
9. Now Is Exactly the Time
10. Not Too Late