I teutonici Blackmail rinascono a nuova vita, cambiano pelle ma non il vizio di spaccare i padiglioni auricolari di chiunque si avvicini al loro raggio d’azione elettrico, e dopo circa un triennio di pausa dovuti a casini interni e problemi di rapporti tra i membri della band eccoli di nuovo in giro col nuovissimo album “II”, solo una semplice sigla per immortalare una tracklist assolutamente da non prendere sottogamba, undici tracce padrone assolute delle atmosferiche rock di quelle che struggono, bruciano e lasciano segni indelebili pressappoco dappertutto.
Vent’anni di carriera sono tanti, ma rimettersi sulla strada con la stessa freschezza degli esordi è esemplare e quello che più si evidenzia è la carica sonora che è rimasta intatta ““ nonostante tutto ““ ma intatta ed incolume dagli sfaceli modaioli di tante parti; brani strozzanti e altrettanti carezzevoli, l’inconfondibile stile melodico/brutale della lunga tradizione Melody/core, quella particolare robustezza che si incazza e fa moine nello stesso istante, ma pure un’eccellente running elettrico che sconfina e si mantiene nelle circonferenze degli anni Settanta della solarità , Novanta del grunge grasso e nell’indie delle pulsioni conturbanti, e tutto senza soffrire di nessun calo di tensione, duro come una eccitazione incontrollata.
Tra i padri aleatori putativi della band si riscontrano le vivacità di My Vitriol e Billy Talent, ma è anche la tempra del nuovo cantante, Mathias Reetz ““ che ha preso il posto del rissoso Aydo Abay ““ a dare spessore al nuovo corso di gruppo, più una produzione eccellente che ne risalta timbri e calibri in maniera stratosferica, ed il gioco è fatto, un nuovo disco dolcemente “belligerante” che con le tempeste magnetiche di “The Rush”, “Shine”, la nebbia catalizzatrice di “Day Of Doom”, la possessione amperica “Palms” o l’adorazione dell’imprevedibile “Dual”, torna nell’ideale programma dei presagi eccellenti da catturare a pieni orecchi.