Tutti lo vogliono, tutti lo cercano, tanti vogliono lavorare con lui ma ancora pochi lo ascoltano. Questione di tempi e prospettive: l’hip hop oggi in Italia va fortissimo (più nella vendita di cappellini che di dischi) ma Dargen D’amico non è Club Dogo. Eppure era compagno di classe di Guè Pequeno al classicissimo liceo Parini di Milano e proprio con i membri dei Dogo ha iniziato ai tempi di Sacre Scuole. Oggi il trio delle meraviglie gioca a Pes, conta il cash,guarda il Milan in zona v.i.p. e fa strage di cervelli freschi. Dargen si è costruito una buona credibilità , una bella etichetta, il cash più che altro lo canta ma le prospettive di crescita sono rosee. Come le lenti della terza serie di Bodyglasses, gli occhiali da sole che il nostro disegna e distribuisce con “Vivere aiuta a non morire”, disco uscito da qualche giorno e che è stato presentato in giro per l’Italia in alienanti centri commerciali, luoghi che adoro e odorano di vita buttata. C’è sempre almeno una ragazzina che piange, abbracciando il proprio idolo, anche quando l’idolo in questione non ha esattamente il fisico adatto.
Però ha una gran testa e buona lingua, un italiano chiaro e forte figlio di ottime letture e altrettanto ascolti. Dargen D’amico si definisce cantautorap, dichiara tutto il suo amore per Lucio Dalla ed Enzo Jannacci e con questo lavoro mette su disco gli insegnamenti mai troppo ascoltati delle “Lezioni americane” di Italo Calvino. “Vivere aiuta non morire” è un elogio alla leggerezza, pieno di divertimento sia nella musica, mai così ballabile, che nei testi. Le parole di DD creano calembour a non finire, scherzano ma non dimenticano mai di fornire la prospettiva della vita del proprio autore. Nascono così pezzi come “Bocciofili” (hit of the summer), “Il ginocchio” ma pure “Il presidente” o “Con te”, frutto della collaborazione per certi versi sbalorditiva con i Perturbazione. Eppure niente stride in un lavoro come questo, perchè specchio perfetto del suo autore, essere umano affascinante, rapper interessante perchè del rapper rifugge la cosa più spiacevole: il clichè.
“Vivere aiuta a non morire” è disco molto diverso dal monolite “Di vizi di forma virtù” ma anche dal più sperimentale “Musica senza musicisti”, richiamato solo in “VV” (altro gran pezzo). Ha tutti i presupposti per deludere gli oltranzisti e accalappiare gli stupidi con bocce e cubi, proprio per questo lo trovo un disco splendido. Dalla vita non si esce vivi, ma aiuta.
- Website
2. Siamo tutti uguali
3. Due come noi
4. Un fan in Basilicata (almeno)
5. L’amore a modo mio
6. Bocciofili
7. Lorenzo De’ Medici
8. Il ginocchio
9. Il cubo (fondamentalmente)
10. A meno di te
11. Sincero/sincera
12. Il corriere in controsenso
13. L’Italia è una
14. Con te
15. Il presidente
16. Continua a correre
17. E’ già