Quando 15 anni fa avevamo 15 anni in meno che bella età di merda i 15 anni…
Cosa divide “Legna” da “Raudo”? Probabilmente gli anni che sono trascorsi nel frattempo, i live in giro per l’Italia e i dischi venduti. Perchè la voglia di fare musica con la stessa energia è rimasta intatta in questo terzo capitolo. La stessa voglia spensierata, cazzona, non troppo filosofica, di essere fedeli a se stessi, senza prendersi troppo sul serio. Proprio per questo “Raudo” sembra essere un disco che si mantiene ai livelli precedenti. La scelta di cantare italiano continua a funzionare in tutti i 10 brani presenti in questo disco, che scorrono senza particolari colpi di scena, mantenendo inalterati i volumi.
Ottimo il pezzo che apre il disco, “Finito Il Caffè”, un brano che si appiccica all’orecchio, che dal vivo sicuramente romeperà i timpani. Ancora più forza rock viene riproposta in “Casa Dei Miei”, sopratutto nel disagio generazionale urlato nel ritornello ( Son tornato dai miei fa molto male Son tornato dai miei per farmi ospitare). Con il turno di “Correggio” abbiamo il momento migliore del disco, un pezzo più sofferto con un finale liberatorio. “Domani è Gennaio” disegna una vita ciclicamente ripetuta ogni anno, con la stessa amarezza e rabbia riproposta anche in “Ogni Scelta è In Perdita”.
“Correggio” è un amarcord generazionale di chi ha vissuto l’adolescenza negli anni’90. O forse un’adolescenza che continua a inseguirci ancora oggi, compiuti e superati i 30 anni. Uno sguardo più disincantato nella vita ritroviamo “Trasloco”, mentre un’anima punk irrompe su “Mio Nonno”, pezzo breve dai toni sarcastici. “Non Morirò” sospinge con i suoi riff di chitarra su riflessioni fatalistiche e “Piuttosto Bene”, chiude il disco prima con il suo andamento lento e poi con la sua esplosione emotiva.
“Raudo” musicalmente non sarà un disco che porta ventate di novità nel panorama musicale italiano, nè contiene testi che rimarranno alla storia per la loro bellezza. Ma di fondo rimane un disco che segna una maturità (?) accresciuta da parte dei tre ragazzi di Correggio, a cui auguro di essere ricordati non per essere nati nella città di Luciano Ligabue, ma di suonare musica che spacca il culo (scusatemi per questi termini giovanilistici, ma è colpa della musica che ascolto).
Post scriptum: Il digit-pack del disco è veramente figo.
Credit: Press