Un disco così non può che essere stato registrato in una remota cittadina sulla costa, Rhoscolyn, Anglesey ““ le stanze vuote, fredde, il violoncello che riempe gli spazi. Lì, o ovunque, ma lontano da tutti.
Esordio per la londinese Rose Dagul, studentessa alla University of Arts di Londra, “Elbow of Capture” è composto da cinque tracce che si muovono tra musica per violoncello e voci. Un po’ Cocorosie nell’uso della voce, ma meno cheesy ““ un po’ un drone pop à  la Lady Lazarus nel respiro degli archi e nei vuoti, ma solo a tratti ““ e tanto studio classico virato al pop.
Un disco sulla disciplina di Rose Dagul: ecco, lei ricorda proprio una di quelle ragazze dalla pagella perfetta e il portamento un po’ troppo rigido, che leggeva libri difficili a 12 anni, libri che forse nessun’altro di noi leggerà  mai. Una ragazza che finita la scuola non sappiamo che fine abbia fatto, ma neanche prima sapevamo molto di lei. Mi sembra una di quelle persone che non credono nel binomio genio e sregolatezza – ha corretto i suoi vizi, levigato la trama delle sue debolezze fino a liberarsene (ma a che costo?).

Così anche i cori di “Glass” non sono che la voce di Rose Dagul sovrapposta a formare una eco lontana ““ non c’è spazio per nessun altro nei suoi lavori; a volte neanche per chi la ascolta. Troppo brava, troppo precisa: “Elbow of Capture” è come se si chiudesse in se stesso, non c’è niente a cui appigliarsi.
In “Glass” cita i Beatles, living is easy with eyes closed, e a momenti sembra di sentire una delle revisitazioni in chiave classical dei successi della band inglese ““ l’orchestra sinfonica che si piega alla facile piacevolezza di qualche pezzo pop storico, un divertissement prima di tornare alle cose serie. Dice poi I felt better when I was younger, una delle poche concessioni di vedere qualcosa di reale, i centrimetri di pelle dietro al castigato suono di Rhosyn ““ “Elbow of Capture” è confessional poetry senza che Rose ci confidi niente sul serio, lei non lascia andare nessuna parte di sè. Prendere o lasciare, ma sul tavolo non c’è nessuna giocata da rischiare. Non c’è neanche niente di finto, di inventato, non c’è niente: la qualità  di un disco non è data dal grado di autenticità , mai, ma dalla capacità  di darsi e di essere recepito; no pain no gain, o qualcosa del genere.
Le tracce migliori restano “Volcano” e “Eurydice”, dall’ampio respiro, dove Rose sembra perdere il controllo, almeno per un attimo, sulla materia che sta trattando ““ la musica riempie la stanza e si compie la magia, perchè è una magia comunque riuscire a comporre un ep così compatto e coerente, senza ricorrere a trucchi.

Un lavoro interessante ma troppo controllato, come se tutta la disciplina di uno strumento avesse impedito agli angoli di piegarsi, agli spartiti di confondersi un po’. Il problema è la perfezione, mettiamola così; ma Rose Dagul è una ragazza da ricordare.

Elbow Of Capture EP
[ Blessing Force – 2013]
Similar Artist: Cocorosie, Lady Lazarus
Rating:
1. Glass
2. Birds
3. Volcano
4. Eurydice
5. Since the air became frantic

Ascolta “Elbow Of Capture EP”