James Gandolfini è morto a Roma stroncato da un infarto all’età  di 51 anni. Per molti, forse tutti, il suo nome rimarrà  legato al boss mafioso “Anthony Soprano”, il protagonista dell’omonima serie andata in onda dal 1999 al 2007. Il ” Don del New Jersey “, astuto e manipolatore, iracondo e spietato, fragile e insicuro, è l’incarnazione finale del gangster cinematografico.

Dietro “l’uomo d’onore”, si celava un attore talentuoso e di successo da circa 40 film in carriera. Perlopiù buon caratterista, è solo con i Soprano che James Gandolfini è diventato una fisicità  significativa del nostro tempo.
Con tutta il rispetto per la carriera pregressa, bisogna riconoscere che Gandolfini rimarrà  sempre “Tony Soprano”. La caraterizzazione naturale, carismatica ed ironica del ” mafioso”dalle spalle larghe, con l’anello dorato al dito e il sigaro in bocca, è entrata di diritto nella storia della televisione. Tony è un mafioso di terza generazione che ha potuto contare sul repertorio di sfumature psicologiche e comportamentali di un grandissimo attore, che ha reso la rappresentazione di “quella” mafia immortale.
L’epopea di Tony, che ha tenuto incollati milioni di americani al teleschermo per circa una decade, non è necessariamente l’epopea di gangster o una pura messa in scena della crudeltà , della depravazione o del sesso (che pure si sprecano nel mondo poco glamour e meno appariscente della mafia americana del New Jersey) , ma è, in sostanza, una rappresentazione dell’America di fine millennio e di un uomo dei sobborghi.

Il merito più significativo dei Soprano non è tanto quello umanizzare il sindacato del crimine ma di mettere Tony Soprano alla pari con qualsiasi abitante dei sobborghi alla ricerca del senso della vita, della felicità  e della sicurezza. Un uomo che è anche un boss mafioso, una persona lacerata tra la sacralità  delle “due famiglie” ma consumato da ambizione, sfortuna, violenza e condanna. è una complessità  comune al destino di tutti coloro che lottano per godere del successo materiale in un ambiente domestico e suburbano disastrato. James Gandolfini si è caricato questo enorme peso sulle spalle diventando stagione dopo stagione simbolo ed emblema di una nazione, tra ricchezza e depressione, tra istinti paterni ed omicidi. è una complessità  che punta all’immortalità  e che nessun infarto potrà  arrestare.

Ci mancherai, Don Tony.