Disco d’esordio, questo dei Campetty, che a ben vedere tanto d’esordio poi non è, tenendo conto che dietro la sigla del progetto si nascondono i fratelli bresciani Fabio e Michele Campetti, già dei ex machina di due tra le più interessanti band fiorite negli anni zero in terra italica: Edwood prima e Intercity poi.
Altrettanto anomala è la decisione didebuttare sulle scene con undisco dal titolo “La raccolta dei Singoli”, che farebbe pensare ad un best of piuttosto che ad un’opera prima; ma la chiave di lettura è da ricercarsinella spiccata componente melodica delle composizioni contenute nell’album: un susseguirsi di canzoni che in un mondo migliore sarebbero andate in heavyrotation su radio e tv dello stivale, e invece. Ma questa è un’altra storia.
A chi ha già incontrato i fratelli Campetti in una delle loro precedenti incarnazioni risuoneranno familiari quelle peculiarità che sono ormaiil marchio di fabbrica della squadra: la già menzionata propensione per la melodia; la voce evocativa e suadente di Fabio, spesso completamente avvolta e amalgamata con le chitarre secondo il paradigma indie-rock dei nineties;una sezione ritmica quadrata e pulita contrappuntata da inserti elettronici mai fuori posto. A ciò si aggiunga un’attitudine cantautoriale che non sfocia mai nello scontato e nel “già sentito”, ed eccovi la raccolta di polaroid spiegazzate e sbiadite che compone la tracklist di questo disco.
Ma se le sonorità “Campetti” sono subito riconoscibili, l’approccio lo-fi e gli arrangiamenti,più essenziali rispetto al passato, sembrano tradire una maggiore urgenza comunicativa. Domina su tutto un’atmosfera onirica e un senso di sospensione che a tratti sfociain un mood claustrofobico, sublimato ad esempio in”Cowboy Blues”, forse il miglior pezzo dell’album, cavalcata anfetaminicain un buio percorso da pochissimi spiragli di luce.”The Muffa Forest”procede caracollante nella sua sghemba celebrazione dei funghi: non quelli allucinogeni, come potrebbe sembrare ovvio, ma i più terreni porcini. In altri episodi c’è spazio per aperture spiccatamente pop, ora graffianti come in “Il Parco dei Principi”, ora suadenti come in “Nuoto dorsale”, dove in filigrana si scorgono ancorai vecchi Edwood.
Sulla lunga durata l’album potrebbe forse mostrare il fianco ad una certa ripetitività , ma l’attenzione riposta in ognidettaglio svela alle orecchie attentesfaccettature sempre nuove, ascolto dopo ascolto. E se è vero che formula vincente non si cambia, i Campettyhanno fatto tesoro di questo insegnamento e, lavorando conl’esperienzadi navigati artigiani del suono, hanno prodotto un piccolo gioiello che acquisisce valore aggiunto da quelle piccole imperfezioni che ne solcano la superficie.
PS: dettaglio non da poco, il disco è in free download sul sito ufficiale della band, insieme all’intera discografia di Edwood e Intercity.
- Website
2. Cowboy Blues
3. NuotoDorsale
4. The Muffa Forest
5. Lungofiume
6. Mariposa Gru
7. Tenda Prodigy
8. Brasilia
9. Il Parco dei Principi
10. Vittoria
11. A Nastro
12 . (L’Outro)